Anche un lavisano tra gli imprenditori che lavorarono alla regolazione del fiume Adige

In un documento del 1818 scopriamo che Antonio Nicolodi vinse una gara per i lavori di scavo durante il primo progetto di rettifica dell’Adige a Piglon

Lavis. Durante l’ottocento le autorità austriache misero in atto su tutto il territorio del Trentino Alto Adige una serie di lavori di messa in sicurezza e bonifica del territorio che trasformarono profondamente la geografia e l’economia della nostre vallate. Tra questi interventi quello di cui vi parleremo oggi riguarda la rettifica del percorso del fiume Adige: le vallate fluviali prevalentemente incolte e paludose vennero strappate alle acque del fiume e bonificate.

I lavori sul fiume Adige


Già nel 1803 su iniziativa della provincia del Tirolo iniziarono i primi studi fatti dal Maggiore del genio Militare Austriaco, Ignaz von Nowack, per evitare le continue inondazioni causate dal fiume. Il progetto proponeva di tagliare le anse del fiume accorciandone la lunghezza complessiva e di incanalare il corso del fiume con argini alti in modo che l’acqua non inondasse più il fondovalle.

Quasi tutto il precorse del fiume Adige venne rivisto. I primi interventi iniziarono nel 1818 e terminarono nel 1826 con i tagli di Piglon, Stadio, Villa, Egna e Cortina (nella bassa Atesina). A questi primi lavori seguì un ambizioso progetto, di Floriano Pasetti, del 1845 che prevedeva il sistematico raddrizzamento di tutto il tratto dell’Adige da Merano a Sacco, accorciando il suo percorso da 115 a 96 chilometri.

A questi interventi di notevole portata, si aggiunsero poi, altre opere minori quali: la deviazione del fiume Noce da San Michele alle paludi di Zambana; l’arginazione su ambo le sponde dei fiumi, Passirio, Isarco, Avisio e Fersina, nel corso inferiore; il prosciugamento delle paludi mediante canali di scolo; la realizzazione di opere di contenimento e sistemazione e imboschimento nei torrenti che affluivano nel fiume; il prolungamento della fossa maestra di Caldaro fino a Grumo.

Questi lavori ebbero un impatto notevole sull’economia locale. La manodopera impiegata a vario titolo è stata numerosa come numerose sono state le pratiche burocratiche che l’amministrazione austriaca ha dovuto produrre per portare a termine i lavori.

Pass con numero del proprietario del carro con buoi che lavorava per l’impresa appaltatrice.
(Appartenuta a certo Cobelli ) Per rendere più snello il lavoro di contabilità, l’addetto, segnava un semplice numero al posto del nome e cognome del carradore.

Il documento di Antonio Nicolodi


Lo spunto per parlare di questo argomento ci è stato fornito dal ritrovamento in una casa di Lavis di uno di questi documenti datato 28 aprile 1818.

Antonio Nicolodi di Lavis, che per lavoro si era momentaneamente trasferito a Vadena, aveva partecipato all’asta per i lavori di un lotto presso il taglio di Piglon: doveva scavare un canale, quale letto nuovo per il fiume Adige, per una lunghezza di 947 Pertiche Viennesi. Questa misura corrispondeva a circa 2 chilometri di scavo. La maggior parte degli operai impiegati per questo lavoro erano concittadini, i quali avevano lavoro e paga assicurata per tutto l’anno. Il lavoro veniva eseguito tutto manualmente, con pala e piccone, carriola e qualche carrellino spinto a mano, per i trasporti lunghi c’erano i carri con le bene trainati dai buoi.

Il documento riporta in maniera semplice e diretta tutta la trafila per l’assegnazione e l’esecuzione del lavoro: il 21 aprile viene fatta l’offerta, il 23 vengono comunicati i vincitori; il 28 aprile viene redatto il contatto di lavoro con tutti gli adempimenti da seguire; il 3 maggio c’è l’approvazione finale del Capitanato; il 4 maggio possono iniziare i lavori.

Tutta la pratica burocratica si è conclusa in pochi giorni!

La trascrizione integrale del documento


Bronzollo li 28. Aprile 1818.

In forza di decreto dell’Inclita Imperial. R.° Capitaniato Circolare dei 23. Aprile N°3414/204 è stato autorizzato l’infrascritto Comissario della Lega di Piglon a stipulare formalmente coll’intraprenditore Antonio Nicolodi Molinaro a Sant Giacomo, e sua Segurtà Sig. Girolamo Valduga possessionato di Vadena, il contratto dell’intrapresa come minor offerente all’asta tenutasi in Ora gli 21 andante.
Quindi oggidì personalmente presenti il sudd. Intraprenditore Nicolodi, ed il Sig. Girolamo Valduga qual fidejussore alla presenza di due pregati Testimoni fu esteso il presente Contratto uniforme in tutto alle Condizioni dell’Arte come segue.
1° Nicolodi assume in se l’opera astata del scavo della fossa in cui deve scorrere il nuovo canale dell’Adige imboccando alla Rosta di Piglon, il qual canale sarà in lunghezza circa 947 Pertiche di Vienna.
2° L’operazione deve incominciarsi da sotto in su.
3° La profondità di quella è stabilita e fissata a Sei piedi e la sua larghezza in principio incominciando in fondo a Tre pertiche di Vienna, e verso la fine in su a due pertiche, di maniera che la profondità della fossa abbia da arrivare in cima al livello dell’Adige, cioè fino all’acqua sotterranea, o found wasser, quando questa non abbia in riguardo allo stato dell’Adige più scollo.
4° La terra che si scava deve essere trasportata dal labro della fossa, tre pertiche distante da ambo i lati.
5° All’imboccatura dell’Adige per il tratto di 60 piedi deve il canale a forma di lorello essere scavato alla larghezza di 16 piedi in mezzo, e come sopra a 6 piedi profondità.
6° Per cadauna pertica cubica ottiene l’Autoimprenditore in forza dell’asta fiorini 1 e carentani quarantasette dico F.1,47.
7° Li pagamenti seguiranno in quattro rate, un quarto colla ratifica dell’asta, il secondo quarto al proseguimento dell’Opera, e la 3. e 4. rata alla calandazione finale dell’opera.
8° Alla fine dell’opera verrà dal Sig. Ingegnere fatta la formale perticazione, dietro la quale saranno conteggiati le pertiche cubiche che contiene l’operazione.
9° L’opera deve essere terminata per la fine di Maggio prossimo se qualche imprevenuto impedimento elementare non osta al lavoro.
10° Il qui presente Sig. Girolamo Valduga possesionato di Vadena per se ed eredi si costituisce per Antonio Nicolodi imprenditore sigurtà fideiussione per l’adempimento di quanto sopra.
Le quali cose tutte furono ad alta voce lette, e dai contraenti tenute note e grate, dopo di che alla continua presenza dei testimoni passarono le parti alla sottoscrizione di proprio pugno, come fa anche l’infrascritto commissario a nome dei Comuni concorrenti alla presente opera.
Antonio Nicolodi a firma
Girolamo Valduga sigurtà
Gaspare de Baroni Comiss. Alla leg.
Antonio Rizzi Testimonio
Andrea Rec fu Tesimoni

Visto ed aprovato premessi gli annotati cambiamenti
Dall’Imper. Reg. Capitaniato Circolare di Bolzano
li 3. marzo 1818. Leop. Cav. di Hauers
imp. Reg. Capitano del Circolo

 

Collezionista e appassionato di storia locale, è stato decorato con la croce nera del Tirolo È autore di alcuni libri sulle vicende belliche della prima guerra mondiale.

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