Il mistero del tesoro sotto la Tor Tonda a Novaledo

Un breve racconto per raccogliere la testimonianza di una leggenda che si racconta in Valsugana

Novaledo. Esiste un piccolo paese in Valsugana che ai più apparirebbe anonimo se non fosse per una strana costruzione tonda che è possibile vedere transitando dalla strada. Come ogni antica costruzione anche questa ha una sua storia misteriosa che è giunta fino a noi dalla tradizione orale degli abitanti del posto. Si tramanda infatti da generazioni la leggenda del tesoro nascosto sotto la Tor Tonda di Novaledo, questo il nome dell’antico borgo in Valsugana.

L’oro nascosto


Le notti di luna piena, secondo gli abitanti, la torre veniva illuminata da fiammelle azzurre che si trasformavano poi in bagliori dorati, quasi zecchini d’oro. Ma al sorgere dell’alba, tutto spariva nel nulla, lasciando i contadini con il dubbio che questa manifestazione potesse essere la rivelazione di un antico tesoro nascosto nei paraggi. della torre. Tesoro che in tanti avevano provato a cercare ma che nessuno aveva mai trovato.

La conferma della presenza di un tesoro si ebbe quando un gruppo di ragazzi, una domenica mattina, incontrò un signore affascinante nei pressi della Tor Tonda. Intrattenendo i giovani con storie intriganti, l’uomo rivelò di essere il custode di un tesoro sepolto nelle vicinanze e li invitò a seguirli. La curiosità dei ragazzi era tanta e decisero di seguire il misterioso individuo attraverso un passaggio segreto svelato da quest’ultimo.

Nelle profondità della terra, sotto la Tor Tonda, essi scoprirono una straordinaria chiesa interamente plasmata in oro massiccio, la stessa chiesa di cui gli anziani parlavano nei racconti. Tuttavia, l’incanto venne interrotto da un inquietante rumore proveniente dall’altare: un grande caprone nero apparve minaccioso, spaventando i giovani che fuggirono precipitosamente.

Le ricerche infruttuose


Una volta fuori, i ragazzi si accorsero che il gentiluomo e il caprone erano misteriosamente scomparsi. Le voci della scoperta si diffusero rapidamente nel paese, dando vita a progetti di spedizioni per recuperare il tesoro. Tuttavia, il parroco mise tutti in guardia, dichiarando che il tesoro era maledetto e che era custodito dal diavolo in persona sotto forma di caprone.

Il sindaco, invece, non si fece intimorire e decise  di affrontare il presunto demonio con l’aiuto divino. Una donna, sospettata di essere una strega, offrì il suo aiuto e la comunità accettò con entusiasmo la sua offerta. Con un rito sacro davanti alla Tor Tonda, la strega pregò il Sommo Spirito per ottenere la protezione necessaria.

Nonostante gli sforzi e le ricerche la botola segreta e la pietra con l’anello non furono più trovati, e le preghiere non portarono a nulla. Delusi e disillusi, i cercatori di tesori tornarono alle loro case. Da quel giorno le notti di luna piena non mostrarono più le misteriose fiammelle e i bagliori dorati, lasciando la popolazione immersa in un silenzio deluso.

Così, la leggenda del tesoro sotto la Tor Tonda continua a circolare tra gli abitanti di Novaledo, avvolta nel fascino dell’irraggiungibile e nel ricordo di un’intrigante avventura sotto la luce della luna.

Rettifica 03/01/2024

Una lettrice ci segnala che in realtà la Tar Tonda (e la relativa leggenda) non sono di Novaledo ma del vicino paese di Marter. Ringraziamo la lettrice per la precisazione e ci scusiamo per l’errore.

 

Andrea Casna, iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, albo pubblicisti, è laureato in storia e collabora con l'Associazione Forte Colle delle Benne. È stato vicepresidente dell'Associazione Culturale Lavisana e collabora come operatore didattico con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.

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