Lavis, non c’è ancora pace

I recenti fatti di cronaca sono lo spunto per fare un salto indietro nel tempo, più di trent’anni fa, quando Lavis si dichiarò comune per la Pace e libero da armi nucleari

Lavis. Era il 28 gennaio del 1991, nel pieno della prima guerra del Golfo, quando il consiglio comunale votò un ordine del giorno per fare di Lavis un «comune per la Pace».

A inizio gennaio dello stesso anno, infatti, sempre il consiglio comunale aveva votato un ordine del giorno contro la Guerra del Golfo. Nei verbali di quella riunione del 1991 possiamo leggere che:

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. In questa formulazione dell’art 11 della Costituzione sono riassunti i desideri e le valutazioni di tutti gli abitanti della nostra comunità lavisana, anche in riferimento alla crisi del Golfo. Ripudiamo la guerra come strumento di offesa alla libertà del popolo del Kuwait e pertanto deve essere ristabilita la sovranità nazionale del Kuwait. Ripudiamo contemporaneamente la guerra come mezzo per risolvere anche questa controversia, e pertanto devono essere ricercate altre vie per ristabilire i diritti violati. Non è consentito fare una guerra per evitare una guerra. Nell’immediata vigilia della scadenza dell’ultimatum rivolto a Saddam Huessein perché si ritiri dal Kuwait, il Consiglio comunale di Lavis si fa portavoce dei sentimenti dell’intera comunità ed invita il Governo, il Parlamento, tutti gli uomini di buona volontà, affinché non ci si scoraggi lungo la vie del dialogo, della trattativa perché il desiderio di pace susciti proposte innovative convinti che la pace si costruisce con la pace.

Lavis, Comune libero da armi nucleari


Il comune di Lavis non era nuovo a queste iniziative. Il 14 ottobre del 1985, infatti, la classe dirigente lavisana aveva fatto di Lavis un comune libero da armi nucleari.

Era, in questo caso, il periodo della Guerra Fredda, di massima tensione fra la Nato e il Patto di Varsavia. Qualche anno prima, nel 1983, infatti le esercitazioni della Nato, sui confini con i paesi del blocco sovietico, avevano quasi portato il mondo sull’orlo di una guerra termonucleare. In quel periodo, inoltre, a Lavis era vivo e attivo un comitato per la Pace il quale, attraverso mostre, conferenze ed eventi, cercava di sensibilizzare l’opinione pubblica a tematiche come la pace e il disarmo.

Ritornando a quel 14 ottobre 1985, il Consiglio Comunale deliberò:

Considerato che la pace tra le nazioni, la pacifica convivenza e la cooperazione tra i popoli costituiscono le condizioni primarie e pregiudiziali per la sopravvivenza stessa dell’umanità. Di fronte al rischio concreto di un olocausto totale a causa della proliferazione degli ordigni nucleari e della loro sofisticata e micidiale capacità di distruzione; Di fronte all’accentuarsi di una folle politica di riarmo che brucia enormi risorse mentre si aggrava sempre di più il dramma del sottosviluppo e della denutrizione in vaste aree del mondo con la tragica conseguenza della morte di decine e decine di milioni di esseri umani; Condividendo le speranze e le aspettative di pace, di sicurezza, di una migliore qualità della vita che emergono dal vasto movimento per la pace che unisce persone di diversi orientamenti politici e religiosi; il Consiglio Comunale di Lavis dichiara il territorio di Lavis “zona libera da armi nucleari”, opponendosi quindi ala installazioni, costruzione, deposito, transito di ordigni nucleati. Impegna a pubblicizzare, mediante cartelli appositi ai confini del Comune, la scelta di denuclearizzare il territorio del Comune di Lavis; a favorire iniziative per diffondere la cultura per la pace in relazione al lavoro già svolto e alle iniziative future del movimento per la pace.

Ora la storia sembra ripetersi e gli appelli alla pace e al disarmo sono tornati drammaticamente attuali.


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Andrea Casna, iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, albo pubblicisti, è laureato in storia e collabora con l'Associazione Forte Colle delle Benne. È stato vicepresidente dell'Associazione Culturale Lavisana e collabora come operatore didattico con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.

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