Lavis e don Grazioli (5 di 5) – La storia del monumento

LAVIS. Siamo arrivati all’ultima puntata della nostra storia dedicata a don Grazioli. In questo episodio parliamo del monumento, inaugurato il 2 giugno 1912. Si erge nella parte finale di quella che in antico era chiamata la piazza del Pretorio sull’antica via Imperiale.

La sua collocazione determinò lo spostamento dell’antica fontana ottocentesca situata nel centro della piazza, e divenne perno dell’asse viario del paese, in corrispondenza del­l’in­cro­cio tra la piazzetta di San Gallo e l’odierna piazza Grazioli.


Lavis e don Grazioli

Prima puntata – Un prete di campagna e il suo tempo: venti di rivoluzione

Seconda puntata – La battaglia per la libertà

Terza puntata – La fragile economia del Trentino di metà Ottocento

Quarta puntata – La storia nelle cronache e nei documenti


Il monumento voluto dal Cavalier Ferdinando Peratoner

A promuovere l’ere­zio­ne del monumento fu il Cavalier Ferdinando Peratoner, che nel 1909 incaricò alcuni artisti nella predisposizione di alcuni bozzetti. In seguito, si fece promotore della formazione di un comitato, dopo aver avuto l’appoggio del­l’Am­mi­ni­stra­zione comunale lavisana.

Il Peratoner diede un contributo iniziale di 3000 corone austriache, quale base di partenza per la realizzazione del progetto, somma che venne versata in anticipo al giovane artista trentino Stefano Zuech, scultore sin da subito proposto dallo stesso Peratoner quale esecutore dell’opera, e da tutti apprezzato per il suo bozzetto di gesso realizzato nel 1909.

Nella seduta del 30 ottobre 1909, il sindaco comunicò alla Rappresentanza Comunale l’idea del Peratoner. Nonostante la mancanza di denaro nelle casse comunali, essendo in costruzione l’ospedale-ricovero, si diede la disponibilità degli spazi necessari proponendo lo spostamento della fontana esistente e la sua ricollocazione in altro luogo.

Successivamente vennero convocati i membri del Comitato, che si riunì la prima volta il 19 febbraio 1910. I componenti nominati erano:

  • Ferdinando Peratoner,
  • il podestà di Trento dott. Giuseppe Silli,
  • Antonio Tambosi,
  • Antonio Cembran,
  • dott. Carlo Sette,
  • Luigi Peratoner,
  • Romano Donati,
  • Bernardino Cesconi.

In quell’occasione la stessa amministrazione chiese al Peratoner di farsi portatore presso lo scultore della modifica delle vesti del Grazioli, che consuetudinariamente vestiva in borghese con abito lungo e si prese carico delle spese per lo spostamento della fontana e della pesa pubblica presenti nella piazza.

il Cavalier Ferdinando Peratoner

Le prime critiche al progetto

Non tutto però filava liscio, e, come attestato da una lettera privata indirizzata al Municipio e protocollata in data 26 febbraio 1910, alcuni cittadini cercarono di opporsi all’erezione del monumento nel centro della piazza.

Il documento è sottofirmato da un gruppo di cittadini proprietari di edifici affacciati sullo stesso spazio urbano, i quali ritenevano l’erezione del monumento un danno alla stessa piazza, ritenuta troppo piccola per ospitare sia il monumento sia la fontana esistente.

Inoltre vedevano nella prevista piantumazione di alberature attorno al monumento una barriera fisica al sole mattutino, soprattutto per le finestre situate al primo piano.

Pur riconoscendo le benemerenze del concittadino Grazioli, i firmatari auspicavano l’erezione del monumento in un altro sito del paese, purché ritenuto più adatto rispetto a quello che si era prescelto.

Ma le critiche non demoralizzarono il Comitato promotore che proseguiva nel raggiungimento dei suoi scopi, stipulando un contratto ufficiale con lo scultore Stefano Zuech.

La statua

La statua di Lavis è in grandezza naturale, scolpita nel marmo bianco di Lasa, pesa 120 quintali e il blocco iniziale venne trasportato da Serravezza di Lasa a Vienna, dove fu lavorato dall’artista trentino. L’opera costò 10.845 corone.

Don Grazioli è rappresentato in atteggiamento pensoso sulle sorti della bachicoltura: «la bella testa seria e dignitosa, lo sguardo al ramoscello di gelso carico di bachi; il tutto con giusto equilibrio, così da costituire una pregevolissima opera d’arte»1.

Zuech lo eseguì all’età di 33 anni, impostando la figura del sacerdote seduto in una posa naturale, con le gambe accavallate e la mente assorta.

Il monumento trae ispirazione dal busto di don Giuseppe Grazioli, presente nel famedio del cimitero di Trento, e forse attribuibile allo scultore trentino Andrea Malfatti, che lo eseguì attorno al 1891. La foto del busto fu fatta fare al fotografo Brunner da Ferdinando Peratoner, per essere poi spedita, assieme alla foto del quadro ritratto di Don Grazioli eseguito da Eugenio Prati nel 1886, allo stesso Zuech, quale spunto per poter realizzare al meglio la fisionomia del viso del prete lavisano.

Nell’archivio comunale di Lavis, oltre ai precisi disegni fatti dallo Zuech per la realizzazione del basamento, successivamente utilizzati dallo Sparapani, si conservano gli schizzi volumetrici della scultura dello stesso Zuech, dove sono annotate le essenze arboree che dovevano essere piantumate quale scenografia, per far risaltare ulteriormente il marmo bianco della statua.

Tutto doveva essere perfettamente proporzionato. La scultura si adeguava allo spazio urbano, le stesse piante, la cui piantumazione era prevista attorno al monumento, dovevano adeguarsi alla scultura, il Zuech ne prevedeva la potatura obbligata a determinate altezze2.

Il basamento

Il basamento con gradinate e grande blocco quadrangolare su cui si erge la figura del prete lavisano è in marmo giallo di Castione, e fu realizzato dallo scalpellino Francesco Sparapani di Trento, su disegno dello scultore Stefano Zuech.
La base della statua si compone di circa 4 metri cubi di pietra; sul blocco la scritta, difficilmente leggibile, «DON GRAZIOLI».

Altre scritte erano presenti ai lati del basamento ma, scoppiata la Prima Guerra Mondiale, con lettera del 18 luglio 1916, l’imperial regio Capitano circolare di Trento ordinò di togliere le due iscrizioni laterali: «Patriota, Esploratore e Filantropo – sacrò la vita al risorgimento della patria» e «Al cittadino magnanimo con il concorso del Trentino – Lavis – riconoscente», perché ritenute «dimostrazione irredentista», e di «sostituirle con altre bilingui e che non possano dar luogo a varie interpretazioni, ma che valgano esclusivamente ai veri meriti del Grazioli».

I bassorilievi con galette, bachi, seta ed altro furono eseguiti sul basamento dallo stesso Sparapani seguendo il modello in creta realizzato dal Zuech.

I modelli furono pagati allo Zuech 200 corone, spesa sostenuta sempre dal promotore Ferdinando Peratoner.

Per mancanza di denaro nelle casse comunali, non vennero realizzati i due piedistalli che dovevano sostenere i due candelabri in bronzo previsti dal Peratoner davanti al monumento, la spesa preventivata soprattutto per il trasporto risultava eccessiva.

I gadget dell’inaugurazione

Degna di nota è la grande produzione oggettistica, che l’inaugurazione del monumento favorì.

Il grande richiamo di pubblico nel giorno dell’inaugurazione, e la necessità di pubblicizzare l’evento con l’intento di raccogliere maggiori offerte, portò alla realizzazione di:

  • ben 200 manifesti,
  • 200 cartoline con il bozzetto del­l’ope­ra,
  • 20.000 bigliettini di saluto,
  • 1,000 bandierine rosse e blu con il clichè del bozzetto.

Inoltre fu realizzata una medaglia bronzea, ricordo dell’evento, su modello dello stesso Stefano Zuech. Essa reca sul fronte il bassorilievo con il monumento a Don Grazioli, circondato da una corona di alloro, e sul retro la scritta «INAUGURAZIONE MONUMENTO A DON G. GRAZIOLI LAVIS 2 GIUGNO 1912», anch’essa circondata da una corona d’alloro.

Assai inconsueta è la produzione di alcuni Bierkrug con la pittura su vetro del monumento e la scritta sul basamento «Giuseppe Grazioli Lavis. 2. 6. 1912», nome ripetuto in oro anche nella parte bassa della pittura.

Durante l’inaugurazione vennero letti numerosi discorsi e alcune poesie scritte appositamente per l’evento, documentazione che successivamente fu raccolta in un apposito opuscolo ricordo dal titolo: «Ricordo della solenne inaugurazione del Monumento al benemerito patriota… Don Giuseppe Grazioli in Lavis – 2 giugno 1912».


Lavis e don Grazioli

Prima puntata – Un prete di campagna e il suo tempo: venti di rivoluzione

Seconda puntata – La battaglia per la libertà

Terza puntata – La fragile economia del Trentino di metà Ottocento

Quarta puntata – La storia nelle cronache e nei documenti


 

Note

  1. Luigi SETTE, Monumento a don Giuseppe Grazioli, in Pro Cultura, A. II, Trento, 1912, p. 395
  2. Zuech prevedeva, come scenografia alla scultura del Don Grazioli, la piantumazione della Taxus baccata pyramidalis, della Tsuga canadensis (Abete canadese), della Quercus pedunculata(Quercus robur- Farnia) per un’altezza massima di 4,40 m. Nella parte bassa era invece prevista una siepe alta 1,40 m con la Taxus baccatae la Chamaecyparis lawsoniana (Cipresso di Lawson). Si ringrazia Franco Castellan per l’individuazione delle specie botaniche

Architetto e appassionato della vita