Storia di un maestro: Pio Tamanini, il primo sindaco del Dopoguerra a Lavis

Nato a Pergine, ha vissuto gran parte della sua vita in paese, dove è stato insegnante (e non solo). Dopo la guerra, cancellò personalmente i volti di Mussolini

LAVIS. Prosegue ormai inarrestabile la nostra carrellata sui personaggi “Doc” che hanno lasciato il segno in quel di Lavis. Oggi in passerella, c’è la figura indimenticabile del maestro Pio Tamanini (1883-1959), nato a Pergine Valsugana e morto a Lavis nella sua abitazione di via Orti.

La biografia scolastica

1.La sua intensa biografia scolastica iniziò sin dall’abilitazione all’insegnamento all’Istituto Magistrale di Rovereto e la sua carriera di maestro elementare incominciò proprio a Tenna dove insegnò nella scuola popolare dal 1904 e fino al 1906. Successivamente venne richiesto per insegnare a Spalato in Dalmazia presso la Scuola della Lega Nazionale e dove vi lavorò per quattro intensi anni.

Ritornato poi in Trentino, il maestro Pio insegnò nuovamente a Tenna e alternativamente anche a Palù di Giovo, fu appunto in quel periodo che conobbe la sua futura moglie, Cecilia Moser. Dal 1922 giunse finalmente a Lavis, dove rimase insegnante alle scuole elementari “don Giuseppe Grazioli” per oltre un trentennio e cioè fino al suo pensionamento, avvenuto nei primi anni ’50.


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Il primo sindaco

2.Dal 19 maggio 1945 ed esattamente fino al 23 febbraio del 1946, ci fu anche un’inattesa parentesi politica e pubblica importante per il nostro maestro, che venne nominato come primo sindaco del dopoguerra proprio dal Comitato di Liberazione Nazionale, il meglio conosciuto “CLN”.

Tanti sono rimasti gli episodi, i fatti importanti e anche i ricordi che in questo pur breve periodo di reggenza pubblica hanno caratterizzato l’attività, sempre precisa, imparziale e decisa, del maestro Tamanini.

Sconosciuti ai più data la sua nobile figura non certo portata alla pubblica propaganda, taluni fatti ed episodi non sono comunque rimasti segreti ai suoi famigliari,agli amici più intimi e nemmeno ai suoi vicini di casa. In questo caso anche a chi scrive, dato che si è abitato per anni gomito a gomito e con i due poggioli di confine che servivano anche di collegamento “aereo” tra le due case…

La foto di una classe quinta negli anni Trenta

Competenza e serietà

3.Un personaggio unico che, seppur con un carattere particolarmente incline alla serietà ed al rispetto di tutti quanti, sprigionava in ogni momento il suo lato bonario, la sua vena umoristica, la sua grande espansività anche in situazioni particolarmente allegre e impegnate.

Nella vita scolastica poi, sebbene condotta con competenza, rigidità e comprensione, dispensava una grande esperienza di vita a tutti quanti lo circondavano nelle classi di allora, numerose e composte perlopiù da figli di contadini e di operai.

Cancellare Mussolini

4.Della sua “carriera” di sindaco è ricordato dai parecchi lavisani ancora in vita, l’episodio avvenuto nei primissimi giorni del suo insediamento in Municipio e a guerra appena finita. I carri armati alleati avevano attraversato la Lavis appena liberata, lungo lo stradone della Nazionale del Brennero e se ne andavano verso Bolzano dopo aver attraversato il ponte sull’Avisio e fatto una pausa davanti al bar dell’Emmanuele Lona.

Proprio quella sera stessa, il sindaco venne accompagnato su di una camionetta del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) in giro per tutto il paese, armato di un secchio con la calce bianca e il pennello per cancellare tutte, possibilmente tutte, le 33 facce di Mussolini, disseminate sulle case lavisane e nei punti nevralgici del paese.

Per essere sicuro che il lavoro venisse veramente eseguito alla perfezione, aveva preferito essere lui stesso a dare i primi colpi di pennello e cancellare definitivamente tutte quelle facce ormai superate dalla storia.

La farmacia Romani con i volti di Mussolini

L’operazione ebbe inizio proprio di fronte al Municipio, esattamente sulla casa della Farmacia Romani, sui lati dell’ingresso del negozio (come si vede nella foto qui sopra) c’erano le 2 foto di Mussolini e furono proprio quelle le prime a cadere sotto il… pennello del sindaco!

I primi provvedimenti

5.Sempre con il CLN poi e sempre in accordo diretto con il Municipio, il sindaco Pio Tamanini prese le prime iniziative a favore delle famiglie che avevano ancora i propri congiunti prigionieri all’Estero e anche in Germania.

Si era quindi prodigato con le pratiche relative per i reduci e anche per i primi aiuti immediati di sostentamento insieme alla stessa Parrocchia lavisana.

Riconoscimenti

6.Anni dopo, nel 1949, passata la parentesi municipale e ripresa in pieno la partita scolastica, gli venne conferito il Diploma di Benemerenza di prima classe, con decreto firmato dall’allora presidente della Repubblica, naturalmente con la facoltà di fregiarsi della medaglia d’oro al merito della Repubblica Italiana.

Ma anche il Ministero della Pubblica Istruzione, da parte sua, gli esternò pubblicamente «il più vivo compiacimento per la conseguita benemerenza in riconoscimento della generosa e feconda attività svolta in favore dell’Istruzione Pubblica Popolare».

Dopo la pensione

7.Ma dopo il suo pensionamento non andò sicuramente a riposo, rimase invece sulla breccia e diresse le diverse attività annuali del locale Patronato Scolastico, poi anche dell’ECA (Ente Comunale Assistenza). Venne anche nominato presidente della Famiglia Cooperativa di Lavis.

Continuava intanto a seguire la sua passione divulgativa e storica, collaborando con scritti, documenti e notizie locali. Infatti la sua più nota raccolta dal titolo “Appunti su Lavis e dintorni”, preparata nel 1928 ad uso esclusivo della sua classe elementare, era stata rieditata nel gennaio 1996 proprio dall’Associazione Culturale Lavisana insieme alla Pro Loco di Lavis. Anche per ricordare la loro trentennale collaborazione in campo culturale e nello stesso tempo ricordare l’indimenticabile “maestro” Pio.

Altre notizie poi, appunti giornalieri, cronache scolastiche e anche documenti storici locali, non solo provenienti dal mondo scolastico, sono rimasti ancora inediti. Come anche alcune poesie in dialetto ma anche in italiano, sono rimaste solamente dimenticate nei suoi appunti e ricordi di famiglia.

Maso Pomarolli a Palù di Giovo

Lavori col legno

8.Ma nei momenti di relax e durante le vacanze scolastiche, al piano terra della sua abitazione di via Garibaldi, equipaggiato col suo grande grembiule da lavoro, insegnava ai bambini ma anche ai grandi i lavoretti con il legno, altra sua grande passione e passatempo.

Sfornava in continuazione, per poi regalare in giro a tutti quanti, tutte le specie di posate e attrezzi per la casa e la cucina. Dai grandi mestoli fino alle famose “canarole” per la polenta, tutto rigorosamente in legno, ben lavorato, rifinito e curato a mano nei minimi dettagli.

Altra sua passione, oltre a quelle dei funghi e dei francobolli, era quella che esternava specialmente in estate quando era in vacanza con la moglie al Maso dei “Pomaroi” (Pomarolli) a Palù di Giovo. Nella spaziosa e caratteristica aia del grande maso, sotto la tettoia vicina all’ingresso, passava il suo tempo anche con la lavorazione dei tavoli, sedie e tavolinetti vari, tutti intrecciati e realizzati con le “strope” (i vimini).

“Ensieme alla me zent”

9.La materia prima era quasi tutta procurata anche dai grandi alberi che sorgevano lungo l’argine della roggia di via Orti a Lavis e anche davanti a quella che realizzerà poi alla fine degli anni ’50, la sua nuova casetta di abitazione.

L’aveva voluta costruire in quello stesso luogo, cioè a quattro passi di distanza dalla sua abitazione dov’era in affitto in via Garibaldi e dove i Tamanini erano rimasti per oltre trent’anni suonati.

Il maestro Pio ripeteva sempre che quel posto gli era sempre piaciuto, era chiamato storicamente “el Grez”. E quando incontrava i suoi vicini più affezionati, usava ripetere sempre «anca per restar ancora e sempre ensieme alla me zent»…!

Giornalista, scrive per "Vita Trentina". Per decenni è stato il corrispondente da Lavis per "L'Adige". Memoria storica e appassionato di cinema, ha lavorato come tuttofare per il Comune di Lavis fino alla pensione. Scrive per "Il Mulo" dopo essere stato una delle colonne del giornale digitale "La Rotaliana".

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