I primi novant’anni di vita del tabacchino dei Negrioli e Nardelli a Lavis

Dalla licenza nel 1928 fino ai nuovi gestori: un’edicola di famiglia, carica di vita, di notizie e di tanti ricordi da riscoprire

Gli attuali gestori

LAVIS. La storica casata dei Nardelli con il loro glorioso e simpatico tabacchino di piazza Manci, negli scorsi mesi ha compiuto i suoi primi 90 anni di attività!

Più che giusta quindi la targa di “Bottega Storica Trentina” assegnatale dal Comune negli anni scorsi e che fa bella mostra di sé all’esterno del negozio proprio sulla destra, anche se sommersa da giornali e prime pagine esposti in passerella quotidiana.

Novanta primavere


1.Dire che la rivendita di piazza Manci sia un vero e proprio punto di riferimento per l’intero centro storico lavisano, ma non solo per quello, non è certamente un’affermazione azzardata, anzi. Il tabacchino con la famosa e storica insegna con la scritta “Sali e Tabacchi, chinino di Stato, valori bollati, giornali e cartoleria” contrassegnato con il ” n° 4 “, è arrivato alle sue novanta primavere di attività familiare e sempre svolta nella stessa sede, al piano terra della storica casa di abitazione che, nel corso dell’ultima guerra, aveva sul tetto anche la sirena per gli allarmi dei bombardamenti aerei.

Risale infatti al 16 giugno del 1928 la ormai storica licenza uffficiale, rilasciata dall’allora “Ministero delle Finanze – Direzione Generale dei Monopoli Industriali”, proprio al primo gestore-proprietario Giuseppe Facchini antico primo parente degli attuali proprietari.

E proprio da quell’anno tanta e tantissima storia e altrettanta gente è passata in quel simpaticissimo e caratteristico “tabacchino” ospitale e familiare come non mai, sorto al civico numero 78 di Largo Garibaldi (ora piazza Manci), proprio di fronte all’Albergo Corona e al Cinema “Italia” che c’era al
piano terra.

La dinastia dei Nardelli

Ferito a morte


2.Dall’archivio storico di casa Nardelli, illustratoci e aperto a suo tempo ancora dal compianto “patriarca barbuto” Mario, ci sono tutte le vicissitudini dell’intera famiglia titolare, una delle più antiche dell’intero centro storico lavisano.

Era stata più che travagliata la successione al primo proprietario in quanto, proprio l’anno dopo l’ottenimento della licenza di inizio attività, lo stesso Facchini veniva ferito a morte, all’interno della rivendita, da un giovane scapestrato di Cavalese armato di pistola. Era un suo debitore.

Giuseppe Facchini si spense tre giorni dopo il suo ricovero all’ospedale di Trento, ma l’increscioso e doloroso episodio non bloccò certamente l’attività del tabacchino. La gestione proseguì quindi in mano alla vedova Maria Negriolli, coadiuvata dalla sorella Teresa (la Nani per gli amici e conoscenti), durante tutti gli anni della seconda guerra mondiale e fino ai primi anni ’50.

Nella stessa famiglia


3.Alla signora Maria subentrò poi la nipote Carmen che sposò successivamente Mario Nardelli, conosciutissimo esperto tecnico elettronico e non solo, un grande uomo di fede e cultura generale che aveva studiato e imparato dai frati in gioventù.

Con la Carmen l’azienda andò avanti simpaticamente, intensamente e anche allegramente fino agli anni ’70. Dopo la sua improvvisa scomparsa subentrò quale titolare dell’azienda il marito Mario aiutato a turno dai vari figli.

Dal 1980, invece, tutto passò in mano al figlio Tiziano, coadiuvato dalla moglie Cristina e recentemente
anche dal loro figlio Mattia. Altro cambio di guardia poi, l’ultimo della storia della gestione, l’azienda è passata ancora di mano e stavolta tutta al figlio Mattia, che però è sempre sostenuto e aiutato dai due genitori instancabili…

Il tabacchino dopo i primi lavori

Vincere al Lotto


4.Varie anche le ristrutturazioni che si sono poi susseguite nel corso degli anni all’interno dei locali del negozio ma anche all’esterno dello storico tabacchino dei Nardelli.

Dopo quella radicale negli anni ’60, altre successive hanno completamente cambiato il volto del negozio e la sua logistica interna, sistemata a nuovo l’intera scaffalatura, rinnovati e sostituiti
completamente tutti gli impianti e la vetrina con l’annesso ingresso principale reso più accogliente e comodo.

È poi arrivata anche la ricevitoria del Lotto ( la n° 936) , quella della Sisal, compresi i vari collegamenti moderni e pagamenti via internet e ricariche, che hanno animato ulteriormente tutta l’attività e il movimento interno.

La piazza esterna è stata coinvolta e sensibile al punto giusto, catalizzando anche l’attenzione di molti altri clienti, affezionati ai vari montepremi record e alle vincite che si sono registrate anche grazie al gioco del Lotto.

“El tabac da nas”


5.Sta di fatto, insomma, che quella dei “Nardelli del Tabachin”, meglio ricordato anche da quelli di una certa età come “El Tabachin delle sorelle Negriolli”, è una vera e propria istituzione-azienda-negozio proprio di vero stampo familiare e che nel corso di questi primi 90 anni ha contribuito sicuramente anche ad arricchire socialmente e umanamente l’intero centro storico lavisano.

Da tutti i numerosi clienti, infatti, viene sempre ricordata la proverbiale cortesia, gentilezza e familiarità, sempre adottata dai vari titolari nel corso di tutti questi anni e i ricordi di molti si fermano ancora ai bei
tempi passati, quelli con la Maria e la Teresa Negriolli, la Carmen, la Rosanna e l’indimenticabile Mario, il padre-padrone dell’ultima generazione dei Nardelli.

Mario Nardelli, il capostipite

Storia delle sigarette


6.C’è chi ricorda ancora i prodotti e le merci che erano esposte in quelli anni all’interno della rivendita, negli anni ruggenti andavano di moda i vari “tabacchi da fiuto” (el tabac da nas per intenderci) e quello più famoso era il “Santa Giustina”, ricercato specialmente dagli anziani più incalliti nel tirare di naso…

C’erano poi i vari trinciati (Italia, dolce, nazionale, ecc.), naturalmente anche i sigari (Cavour, Minghetti, i toscani e i toscanelli vari), poi ancora nel campo dei sigari i vari Avana e Roma, questi erano per fumatori d’alto rango. Finalmente le sigarette, tante a quei tempi, con una sfilza di nomi storici ed esotici insieme, sono ricordate le “Due Palme”, le “Rosa d’Oriente”, le “Edelweiss”, poi ancora le “Serraglio”, le “Colombo”, le “Mentola”, poi “Tre Stelle”, “Macedonia”, “Giubek”, “Africa” e tante, tante altre marche scomparse da tempo dal mercato.

Pennini e carte assorbenti


7.Nel negozio si vendeva anche il sale sciolto, c’era l’antica bilancia esposta in un angolo del banco, naturalmente il Chinino di Stato1 e anche diversi prodotti insetticidi casalinghi, compresi i pigliamosche da appendere al soffitto o al lampadario di cucina.

I ragazzini-scolari di allora ricordano ancora quando andavano dalla Teresa e poi dalla Carmen, ad acquistare i pennini e le carte assorbenti sciolte per i quaderni di scuola.

Fumetti e figurine


8.Tanti anche i giornalini e i fumetti di quell’epoca d’oro, esposti sul banco o negli scaffali, dal Corriere dei Piccoli al Vittorioso, poi gli albi tascabili di Topolino e di Tex, per i più grandi la Domenica del Corriere con la classica copertina azzurra e i grandi disegni del Beltrame2.

E dall’ultimo dopoguerra, anche le figurine Panini dei calciatori, dei ciclisti e anche degli attori di cinema, sia italiani sia esteri.

Tutto questo viene ricordato ancor oggi con tanta, tanta nostalgia, sia della Nani, della Teresa, ma specialmente della Carmen e anche del Mario, tutti indimenticabili in questa Lavis frenetica e convulsa d’oggigiorno! Tanti auguri quindi per le prime novanta candeline sulla torta e sempre avanti col “Tabachin dei Negrioli-Nardelli “… sempre avanti!

Premio al Tiziano dalla Federazione

Note

  1. Il chinino, un alcaloide naturale con proprietà antipiretiche e analgesiche, era efficace soprattutto contro la malaria. Sul finire dell’Ottocento, si regolamentò la sua distribuzione in monopolio, a prezzi controllato, negli spacci di sali e tabacchi
  2. Achille Beltrame (1871-1945) è stato l’autore delle copertine della Domenica del Corriere per quasi mezzo secolo. Fu poi sostituito da Walter Molino (1915-1997)

Giornalista, scrive per "Vita Trentina". Per decenni è stato il corrispondente da Lavis per "L'Adige". Memoria storica e appassionato di cinema, ha lavorato come tuttofare per il Comune di Lavis fino alla pensione. Scrive per "Il Mulo" dopo essere stato una delle colonne del giornale digitale "La Rotaliana".

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