Il cinema d’altri tempi: quando a Lavis arrivò il “cine parlato”

L’epopea dell’Italia, la sala che per una decina di anni ha portato le emozioni del grande schermo in paese

LAVIS. È stato al Cinema “Italia” di largo Garibaldi (l’attuale piazza Manci) che i lavisani di allora assaporarono le prime delizie tecniche della cinematografia nostrana e del sonoro, cioè del cinema parlato, una vera novità in quei tempi, arrivata a Lavis quasi in contemporanea con le sale della città di Trento.

La gestione Casagrande

1. Dal 1931 – ce lo aveva confermato più volte Emiliano Proner lo storico proprietario dell’Albergo Corona di piazza Manci – la sala più grande al piano terra venne affittata alla signora Brida Casagrande che già aveva gestito in passato anche il cinema “Aurora” di piazza Loreto, quello di proprietà di Bortolo Dallabona.

Si ristrutturò quindi la sala (quella che oggi ospita il bar e parte della sala da pranzo dell’attigua pizzeria), levata un parete divisoria e poi creata una trave nel soffitto per sostenere i piani sovrastanti. Vennero poi sistemate in sala un centinaio circa di poltroncine in tutto e realizzata all’esterno anche la cabina di proiezione, praticamente dove oggi c’è la vetrina dei gelati verso la piazza e di fronte al tabacchino dei Nardelli.

La gestione della Casagrande andò avanti per circa un anno, tra alti e bassi, poi tutto passò in mano ai proprietari dell’Albergo Corona, Riccardo Proner, la moglie Ida Gennari e i figli, dei quali era rimasto fino all’ultimo sulla breccia il pimpante e simpatico Emiliano.

La voce di Ben Hur

2.Nel settembre del 1932 – mi aveva ricordato ancora Emiliano – arrivò al cinema Modena di Trento il primo film con il sonoro parlato proprio dagli attori, quindi non servivano più i dischi che si diffondevano in sala durante le proiezioni e che commentavano i film allora con le sole didascalie, il titolo era di grande richiamo sicuramente essendo il famoso “Ben Hur” quello con Ramon Novarro e diretto da Fred Niblo.

Per noi fu una vera e propria ecatombe in quanto a presenze di spettatori, il pubblico lavisano – malgrado gli anni non proprio da boom economico – andava piuttosto volentieri a Trento per vedere e perlopiù sentire la vera novità con gli attori che parlavano in diretta.



La famiglia dei Proner corse però subito ai ripari e decise immediatamente di far applicare al proiettore muto in cabina, la famosa e allora reclamizzata testa sonora universale brevettata “Ultravox” (nella foto), quella della Pio Pion di Milano1.

La spesa – sempre secondo quanto ci aveva confermato a suo tempo Emiliano – si aggirava intorno alle 6/7 mila lire di allora naturalmente escluso il montaggio. Per far fronte a quella spesa così improvvisa ma sicuramente necessaria per la sopravvivenza della sala cinema di famiglia, venne deciso di impegnare una parte del terreno di proprietà, quello in località “Fratte” detta delle “Fontanelle”, proprio sopra Lavis e il Pristol.



Una settimana di King Kong

3.L’impianto con il nuovissimo cinema sonoro e parlato,si inaugurò due mesi dopo le sale di Trento e così, per l’inverno di quell’anno, anche i lavisani si fermarono al loro paese al cinema “Italia” e poterono gustare così anche i film completamente parlati e sonorizzati come quelli di città.

Si iniziò con titoli roboanti e anche di carattere musical-canoro come “Il tuo nome è donna”, poi con “La grande Parata” e anche con i capolavori italiani sonori di allora e i drammoni strappalacrime tipo “Il fabbro del Convento”, “La leggenda del Piave”, “Scuola d’eroi”, eccetera…

Arrivarono uno dietro l’altro anche i primi film con Alida Valli giovanissima ragazzina, quelli musicali e cantati con Beniamino Gigli e all’Italia si proiettò finalmente anche il tanto atteso “Ben Hur“, seguito da un’altro colosso di allora il primo e unico “King Kong” il fortunato capostipite di quella famosa saga.

Quest’ultimo titolo restò in proiezione all’Italia di Lavis per una settimana intera, con il pienone sempre garantito di oltre cento spettatori a proiezione!


King Kong, 1933

Le sanzioni

4.Emiliano Proner mi ricordava ancora delle due case di noleggio che esistevano allora in attività a Trento e che servivano l’intero Trentino ma anche l’Alto Adige. Una era la “Films Zuliani” in via Belenzani gestita da Giuseppe Zuliani e l’altra era la “Galileo Films” di Antonio Artuso e famiglia in via Romagnosi, tutte e due noleggiavano i film anche al Cinema “Italia” di Lavis.

Negli ultimi anni della gestione dei Proner arrivarono anche le sanzioni economiche internazionali, adottate dalla Società delle Nazioni nei confronti dell’intera nazione Italia2.

Perciò non arrivavano più i film americani e stranieri in generale, esisteva il monopolio dell’Enic (Ente Nazionale Industrie Cinematografiche), erano obbligatori i CineGiornali “Luce” insieme a qualsiasi film, c’era poi anche l’Unione Film Tedesca e parecchi film lungometraggi russi di importazione diretta si potevano trovare in distribuzione persino a Trento.

Rimangono pochi documenti

5.Nel Cine Italia collaboravano allora anche altre persone, l’operatore con il patentino era Angelo Anesi con l’aiuto del fratello Gino, in sala il servizio di sorveglianza e sicurezza era in mano a Luigi Nardon (che era elettricista comunale), insieme a Carletto Fontana come strappabiglietti e addetto alle affissioni dei film, alla cassa della biglietteria c’era quasi sempre la mamma di Emiliano, la signora Ida.

Tra le poche carte rimaste in casa, i numerosi lavori e interventi all’Albergo vero e proprio avevano cancellato e distrutto gli storici registri insieme ai famosi “borderaux” della Siae con tutte le programmazioni fatte, qualcosa era però rimasto ancora come ricordo indelebile di quell’epoca favolosa e fantastica del cinema “Italia”.

Come l’interessante avviso su carta intestata “Riccardo Proner ristorante-bar-albergo Corona” di una comunicazione di servizio indirizzata “all’Onorevole Municipio di Lavis” il 6 gennaio del 1935. Si leggeva testualmente:

“Partecipo che oggi 6 gennaio in questo cinema Italia si proietterà il film “L’Isola della Morte”.

Cordialmente,

firmato Proner

Interessante anche un’altro documento, un vero e proprio sollecito della Regia Questura di Trento che in data 20 marzo 1935 invitava il Podestà di Lavis a farsi da tramite presso la gestione Proner del Cinema Italia, affiché trasmetta “a giro di posta” un vaglia suppletivo di “Lire Una” per i sopravvenuti aumenti delle tasse da bollo sulla licenza per le sale cinematografiche.

Una partita a carte

6.Si andò avanti così fino ai primissimi anni 40 e poi anche per il cinema Italia della famiglia Proner arrivò la chiusura definitiva.

Arrivarono intanto anche i venti di guerra a Lavis, l’ex sala cinema si trasformò per un breve periodo in “Dopolavoro” con teatro, musica, balli e riunioni anche politiche, poi la trasformazione definitiva in bar e annessa sala da pranzo. La licenza del Cinema Italia – ci aveva confermato più volte l’Emiliano Proner – venne ceduta alla parrocchia lavisana e questo durante un’animata partita a carte con l’allora arciprete-decano don Celestino Brigà, abitudinario giocatore a scopa, briscola e tresette, nei suoi momenti liberi della giornata e proprio all’Albergo Corona.

Subito dopo la fine della guerra – era il 1946 – si attrezzò la sala del Teatro Ricreatorio Parrocchiale dell’allora via Carmine e iniziarono le proiezioni del “Nuovo Cinema Paradiso” lavisano come lo avrebbe chiamato sicuramente il regista Giuseppe Tornatore!

Ma questa è senz’altro un’altra storia …

 

Note

  1. Il nome della società derivava da Pio Pion (1887-1967), fondatore dell’industria di costruzione di apparecchi cinematografici in Italia. Di origini francesi, fondò l’azienda nel 1908: la prima a produrre proiettori. Lasciò l’attività ai figli solo negli anni Sessanta.
  2. Le sanzioni all’Italia fascista rimasero in vigore dal novembre 1935 al luglio del 1936, in risposta all’attacco all’Etiopia

Giornalista, scrive per "Vita Trentina". Per decenni è stato il corrispondente da Lavis per "L'Adige". Memoria storica e appassionato di cinema, ha lavorato come tuttofare per il Comune di Lavis fino alla pensione. Scrive per "Il Mulo" dopo essere stato una delle colonne del giornale digitale "La Rotaliana".

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