Tommaso Bortolotti visto attraverso la sua scrittura

La grafologa Francesca Saccaperni ha provato a svelarci alcuni tratti caratteriali dell’ideatore del giardino-castello dei Ciucioi attraverso l’analisi della sua scrittura

Lavis. Una delle cose che incuriosisce maggiormente il visitatore dei Ciucioi è l’assoluto mistero che circonda il suo ideatore, Tommaso Bortolotti. A noi non sono giunti diari, progetti, fotografie o ritratti di questo personaggio. Sappiamo qualcosa della sua vita ma tanto è lasciato all’interpretazione e alla fantasia dei visitatori. Una delle poche cose di Tommaso Bortolotti che sono giunte fino a noi sono alcuni documenti custoditi negli archivi del Comune di Lavis.

Una chiave inedita per comprendere meglio questo personaggio può partire proprio dall’analisi grafologica della sua scrittura.

La scrittura di Tommaso Bortolotti


La prima impressione che consegna la scrittura di Tommaso Bortolotti, è quella di assoluta precisione ed eleganza, come una stretta di mano forte ed austera al tempo stesso, che quest’uomo stringe a tutti coloro che entrano nella sua vita. Come si può vedere dalla scrittura originale che qui sotto propongo, aveva uno stile rigoroso, attento e austero.

Un uomo meticoloso e con un forte senso del dovere


Il Bortolotti era un uomo fortemente legato alla regola, alle tradizioni, alle norme religiose e sociali e ciò lo si può rilevare dallo sviluppo della zona alta nelle lettere lunghe come le L, F, H, ect. Era un uomo con un rigoroso senso del dovere e dotato di una ferrea memoria. Meticoloso nel rifinire e curare nel dettaglio tutto ciò che lo circondava.

Con un severo controllo dei propri ed altrui gesti, aveva una forte attitudine per tutte quelle attività di tipo tecnico, esecutivo e ripetitivo come ad esempio le professioni di tipo amministrativo. Questo lo si rileva dalla metodica attenta e sempre uguale usata dal Bortolotti nello scrivere. Riusciva a far eseguire ad altri, non avendo il dono della manualità, in modo impeccabile ogni tipo di realizzazione artistica, anche a livello musicale. Sapeva coglierne il tecnicismo e il gusto estetico fino all’estremo, per tal motivo avrebbe potuto dirigere una banda o fare il direttore d’orchestra.

Questo aspetto lo si può segnalare perché a volte la scrittura vive dei repentini scatti sul rigo che denotano un carattere “scattante”, impulsivo, che in grafologia significa anche abilità musicale ed attitudine al suono.

Un uomo poco incline alle emozioni


Aveva un’idea ben chiara di come doveva essere la sua Lavis, ecco perché ha svolto mansioni attive per il suo miglioramento, non rinunciando a combattere per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Non era un uomo che si lasciava andare alle emozioni, forse perché poche gliene erano state date dalla famiglia d’origine e, per questo motivo, ne ha preso distanza.

Dal brano sotto riportato, si può vedere molto bene questa sua relazione con il materno. Infatti, la scrittura tende ad allontanarsi dal margine sinistro, che in grafologia rappresenta il passato e la madre.

Il margine destro, invece, rappresenta il futuro, il piano sociale, il padre. Nel caso del Bortolotti, è evidente come sia tutto proteso verso la figura paterna e verso il costante rapporto col futuro e con quei progetti che costantemente occupavano la sua mente.

Amante dell’arte e sicuro di se


Aveva un vero e proprio amore per l’arte e per il bello e ciò lo si può ricavare dalla quasi maniacale aderenza alla forma stilistica usata e mai persa per tutto lo scritto: è molto accurata ed attenta a seguire pedissequamente tutti i dettagli.

Sapeva osservare minuziosamente un oggetto e ricordarne le esatte dimensioni, proporzioni e colori fino a consentire ad altri di realizzarlo esattamente come lui stesso lo intendeva.

Era un uomo molto determinato e sapeva investire le energie nel raggiungimento di tutti i suoi obiettivi. Lo si può vedere dalla forza che mette nel raggiungere sempre la fine del rigo, senza demordere mai e senza trovare un motivo per andare a capo e riprendere su un altro rigo ancora.

Il dubbio o la titubanza la si può vedere in grafologia anche dalla lunghezza dello scritto sul rigo. Se le lettere cessano di proseguire e si ritraggono sul rigo sottostante questo sta a significare che l’individuo non è convinto di riuscire nei propri intenti. Se viceversa, le lettere scorrono forti e determinate fino alla fine, allora avremo convinzione.

Tommaso Bortolotti e il suo mondo


Dotato di forte concentrazione, si poneva davanti all’obiettivo in modo instancabile, non avvertendo la fatica. Sapeva sempre presentarsi elegante nell’abbigliamento, con ottimi accessori di buona fattura. Adorava abbinare i colori del proprio abbigliamento e non lo si incontrava mai con barba e capelli in disordine.

Era un uomo spavaldo, molto vanitoso e bisognoso di sapere che lo sguardo altrui era tutto per sé. Ciò lo esplicita proprio grazie a tutti questi giri e abbellimenti che le lettere fanno in alto e in basso, con allunghi ed affondi importanti dotate di modi ammanierati di ogni genere.

 

Complessivamente era un uomo molto particolare, fascinoso e potente e molto altro si potrebbe dire sulla scrittura di quest’uomo che è riuscito con il Ciucioi a conquistarsi l’eternità.

Grafologa iscritta all’Agp ( Associazione Grafologi Professionisti) e all’Agi ( Associazione Grafologi Italiani). Laureata in Comunicazione e mass media presso La Sapienza di Roma

Forse ti può interessare anche:

X