Dante e il Trentino di inizio novecento

Nel mese di marzo continuano gli incontri dell’Associazione Castelli del Trentino per celebrare Dante Alighieri

Mezzolombardo. Si avviano alla conclusione le conversazioni della stagione 2020-21 de “Gli Incontri del Giovedì” dell’Associazione Castelli del Trentino, proposte sotto il titolo “Omaggio a Dante in Trentino”. Il mese di marzo sarà denso però di appuntamenti: si inizia mercoledì 17 alle ore 17.00. sulla piattaforma Zoom, con il professor Fabrizio Rasera dell’Accademia degli Agiati, che parlerà di “Dante Alighieri vs Walther von del Vogelweide”. Si proseguirà mercoledì 24 marzo, sempre alle 17.00, sempre su Zoom, con l’ incontro del professor Davide Bagnaresi dell’Università di Bologna, che tratterà di “La statua di Dante a Trento, fra irredentismo ed editoria turistica”.

Per entrambi le conversazioni il link è https://us02web.zoom.us/j/88137052457, ma sarà possibile accedere liberamente e interagire con il relatore anche attraverso il sito della Associazione Castelli del Trentino già a partire dalle 16.45.

Per finire giovedì 25 marzo, la giornata del secondo Dantedì nazionale, presso l’Ufficio Postale di Mezzolombardo avrà luogo la premiere dell’annullo filatelico speciale ottenuto dall’Associazione, con la presenza della responsabile della sezione filatelia delle Poste Centrali di Trento sig.ra Daidone e del Presidente dell’Associazione Bruno Kaisermann.

Dante Alighieri e Walther von del Vogelweide


Il primo intervento tenuto dal professor Rasera (che si occupa prevalentemente del rapporto tra memoria e storia delle guerre del Novecento, tema sul quale ha scritto decine di saggi ed interventi, socio dell’Accademia Roveretana degli Agiati della quale è stato anche Presidente, nonchè socio della Società di Studi trentini di Scienze Storiche e della Società del Museo Civico di Rovereto) rifletterà sul conflitto nato a fine ottocento per la costruzione del monumento simbolo a Walther von der Vogelweide a Bolzano inaugurato il 15 settembre del 1889. Statua eretta nella piazza considerata il salotto di Bolzano ed a cui ha dato il nome, voluta dalla borghesia sudtirolese politicamente orientata verso la Germania.

Considerato quasi unanimemente fra i Minnesänger, cioè i cantori dell’amore cortese in lingua tedesca, dunque un poeta d’amore (Herzeliebez vrouwelin è la sua poesia più famosa), venne presto identificato come poeta ‘tirolese‘. La sua popolarità ebbe origine e alimento politico nel periodo di forti tensioni nazionalistiche che va dalla terza guerra d’indipendenza italiana alla prima guerra mondiale, ma destinato a un’esistenza decisamente travagliata. Il poeta fu fervente tedesco e sostenitore dell’impero germanico, al servizio di Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia, l’illuminato monarca aperto a tutte le culture, che appena poteva tornava a Castel del Monte nelle Puglie.

Come noto altrettanto contrastata fu l’iniziativa, che sarebbe sfociata nel 1896 nell’inaugurazione del monumento di Dante in Trentino; infatti ebbe i suoi primi convinti inizi da parte, ad esempio, di Giovanni a Prato sin dal 1863, promotore di una raccolta per inaugurare un monumento nel 1865 in occasione del sesto centenario della sua nascita, oppure quello dell’Accademia degli Agiati che ipotizzò di erigere una memoria sui ruderi di castel Lizzana, ma di fatto non se ne poté far nulla. Erano questi tutti segnali di un rinnovato culto di Dante, ma anche espressioni di una coscienza nazionale unitaria, che nel caso del Trentino, non coincideva ancora con una realtà politica e statuale unitaria, ma cercava quantomeno, di tener aperta la prospettiva di una sua realizzazione.

La statua di Dante a Trento


Il successivo mercoledì 24, si terrà la lezione del professor Bagnaresi, che nel solco dell’importanza che ebbe la figura di Dante in Trentino nel periodo di fine ottocento-inizi novecento, entrerà nel merito della statua eretta a Trento.

Il tema che verrà sviluppato dal professor Bagnaresi, è quello dell’analisi delle diverse modalità attraverso le quali la statua di Dante a Trento viene rappresentata nelle guide e nelle riviste turistiche, dalla sua inaugurazione, nel 1896, sino all’avvenuta redenzione del territorio. Il monumento, massimo simbolo dell’italianità della regione, e la sua interpretazione si inseriscono, infatti, in un contesto fortemente condizionato dalle contingenze geopolitiche, sociali ed economiche di un territorio di frontiera, protagonista della contesa politica dell’epoca.

Il grandioso monumento di Trento traduce in concreta realtà il complesso intreccio storico-allegorico di cui è protagonista il simbolo per eccellenza dell’italianità trentina in terra d’Austria. Inaugurata nel 1896, la statua di Dante ricade a pieno titolo all’interno di quella consuetudine, ben caratterizzata nelle nascenti nazioni di fine Ottocento, volta a creare simboli d’appartenenza politico-identitari attraverso la consacrazione di monumenti a illustri personaggi storici. Il monumento infatti oltre che per il suo valore artistico, si caratterizza per il contesto politico e storico nel quale si colloca anche nel suo tormentato svolgersi.

Ricordiamo che nell’Impero austriaco il vasto apparato simbolico è promosso, tra Ottocento e Novecento in particolar modo da quelle regioni che, al suo interno, reclamano indipendenza e autonomia riallacciandosi a principi etnico-linguistici. Nato anche come risposta alla precedente inaugurazione a Bolzano del monumento a Walther von der Vogelweide, appare evidente anche nella contrapposizione dei rispettivi promotori e principali finanziatori. Per Walther sono associazioni nazionali pangermaniste come la Deutscher Schulverein e l’Alpenverein, oltre a cittadini tirolesi, tedeschi e austriaci, mentre per Dante, vi sono la Lega Nazionale, la Società Dante Alighieri e il contributo proviene anche dal Regno d’Italia.

L’annullo filatelico


Chiudiamo con l’evento di giovedì 25 riservato alla presentazione dell’annullo filatelico speciale che propone la ristampa, quale richiamo visivo dell’epoca, di una antica cartolina di Mezzolombardo, con un’immagine della via principale e lo stemma comunale con le chiavi decussate di san Pietro. A lato vi è un inserto che rappresenta il famoso monumento a Dante eretto nell’omonima piazza a Trento, con in esergo i notissimi versi di Carducci “…Ed or s’è fermo, e par che aspetti, a Trento…” tratta dall’ode “Per il monumento di Dante a Trento. XIII settembre MCCCXXXI”.

Sono tanti fil rouge che legano il Trentino ottocentesco e di inizi novecento a Dante. Legame che non è riservato solo ai due maggiori centri di Trento e Rovereto ma che sentito anche in altri centri fra i quali anche Mezzolombardo. Ecco perciò che non è fuori luogo ricordare questi avvenimenti del passato e l’accostamento delle due immagini, cronologicamente quasi coeve non è casuale, ma sintetizza la vicinanza a quanto ha rappresentato la figura di Dante anche nel periodo storico nel quale l’effervescente dinamicità imprenditoriale rotaliana si muoveva all’interno dell’Impero austro-ungarico.

L’annullo che verrà subito utilizzato per affrancare la posta del giorno rimarrà attivo sino a fine marzo, mentre verranno affrancate e annullate le cartoline a tiratura limitata delle quali l’Associazione farà omaggio ai propri Soci.

Da oltre trent'anni l'Associazione Castelli del Trentino è attiva nell'ambito culturale provinciale soprattutto attraverso pubblicazioni, convegni e cicli di conferenze sotto il titolo di "Gli Incontri del Giovedì". Tutte le sue attività sono libere e gratuite.

X