“Lascia o raddoppia” al bar Corona: l’arrivo della televisione a Lavis

LAVIS. L’evento mediatico e commerciale della televisione era arrivato a Lavis più di sessanta anni fa e sono ancora in molti a ricordare quegli anni pionieristici delle prime trasmissioni, rigorosamente in bianco e nero, sull’unico canale della Rai. Era il 3 gennaio 1954 quando la televisione iniziò il suo servizio ufficiale in Italia, ma per la borgata lavisana si dovette attendere ancora, anche perché i primi deboli segnali televisivi arrivavano dal Monte Penice, raggiungendo per riflesso solo le zone particolarmente sensibili e non disturbate.

Al bar Michelon

1.Allora c’era sulla breccia la ditta del geometra Aurelio Rasini (grande appassionato di storia locale, ma anche di elettronica e di fotografia), già impegnata nell’attività tecnico-commerciale con vendita di apparecchi radio e macchine da scrivere portatili. Proprio l’Aurelio era riuscito ad installare il suo primo apparecchio televisivo ancora nel 1954 a casa sua, subito dopo l’avvento del segnale televisivo in tutta Italia.

I primi segnali dal Monte Penice si ricevevano solamente in zone alte. I primi programmi furono quindi visibili dal bar Michelon di Ville di Giovo, grazie all’interessamento proprio della ditta di Aurelio Rasini che installò lì il primo televisore, nuovo di pacca. Il Michelon riempiva praticamente tutte le sere il suo bar di spettatori e di clienti incuriositi, richiamati fuori da casa proprio per la nuova invenzione della televisione. Le consumazioni al bar aumentarono a dismisura, con la piena soddisfazione dei gestori.

Le antenne sulla Paganella

2.L’unico neo di quei primi albori televisivi era la tassa sulla Tv, molto alta rispetto ad oggi e anche molto impegnativa per i locali pubblici, dato che venivano equiparati ai locali di pubblico spettacolo. Il tutto dipendeva dalle prime direttive, ancora incerte e confuse, diramate dall’Ufficio del Registro di Trento.

Per la tanto agognata televisione, a Lavis si dovette attendere fino al 7 dicembre del 1955, quando entrò in funzione l’antenna-ripetitore sulla cima della Paganella, vicino al rifugio Cesare Battisti. Da quella data si iniziarono a irradiare i segnali della Rai sull’intera Regione del Trentino-Alto Adige. Tutti si adoperarono per promuovere i primi impianti d’antenna anche nelle zone scoperte e in quelle che necessitavano di ripetitori.

L’equipe dei tecnici

3.Per Lavis iniziò così l’avventura televisiva vera e propria. In piazza Manci, vicino alla fontana dei Varner (ora ingresso all’Emporio Lona), una “equipe” di tecnici si mise al lavoro per cercare la miglior posizione del nuovo segnale televisivo proveniente dalla Paganella.

A dirigere tutte le operazioni di captazione con progetti e schemi alla mano, c’era naturalmente il geometra Rasini, vero regista di tutta la situazione tecnico-logistica. Venne installata su di un traliccio di ferro realizzato dall’artigiano-meccanico Edoardo (Edi) Scola, una grande antenna telescopica che venne poi regolata in alto e in basso da una apposita manovella posizionata alla base.

Appena trovato il posto migliore per la ricezione, superando anche i tetti delle case vicine e captando regolarmente il segnale, la linea di discesa venne tesa e realizzata con l’apposita “piattina” trasparente da 300 ohm che arrivava direttamente fino all’ingresso posto sul retro del televisore, nella apposita entrata per la linea d’antenna.

Lascia o Raddoppia al Corona

4.Il primo impianto e il primo televisore furono all’interno del bar dell’Albergo Corona dei Proner in piazza Manci. L’apparecchio era un “Magnadyne” in bianco e nero da ben 15 pollici… naturalmente a valvole, senza il telecomando (allora non erano stati ancora inventati). Aveva però uno speciale “occhio magico” che regolava solamente la luminosità dello schermo.

Era davvero fatta! Tutti si precipitarono a curiosare e ad ammirare la novità televisiva. Il primo spettacolo serale con il tutto esaurito fu “Lascia o Raddoppia” con l’allora celebre Mike Bongiorno e valletta al seguito. Poi dal 1° febbraio 1957 arrivarono anche le prime pubblicità con il
famoso Carosello…

Corsa al televisore

5.Dopo l’Albergo Corona dell’Emiliano Proner, il televisore entrò quasi di prepotenza negli altri bar lavisani: nella Pasticceria Varner nella saletta interna e anche dal Bruno Marconi della “Giamaica” in piazza Loreto. La Tv entrò poi anche nelle prime famiglie locali. Le prime ad averla furono quelle di Edoardo (Edi) Scola, Nino Molteni (quello del pettinificio in piazza Loreto), poi Valeriano Massarelli (allora presidente dell’Associazione dei Cacciatori di Lavis) e naturalmente anche da Aurelio Rasini uno dei primi pionieri televisivi, che sotto casa aveva anche il bar”al Giardino” con annessa la balera esterna sotto il pergolato verso l’Avisio.

Interessanti e gustosi furono in quell’epoca della “corsa al televisore”, anche i vari “dietro le quinte”, sostenuti con competenza e coinvolgimento da tutti i vari intenditori, divenuti in un attimo tutti “grandi tecnici” e conoscitori della nuova scoperta televisiva nostrana.

Nell’atrio del Teatro Odeon a Milano, nel 1956, un gruppo di persone seguono un avvenimento sportivo alla televisione

Povero cinema

6.Interessante e curiosa poi una nota vergata in quell’anno a penna sul registro degli incassi del locale Cinema del Ricreatorio Parrocchiale, proprio dal cappellano responsabile di quel settore, don Dante Borghesi. Si leggeva infatti testualmente che:

Con l’ultima domenica di dicembre 1955 è arrivata la televisione anche nei bar di Lavis, in tale data il cinema incassò ben 15 mila lire in meno delle altre domeniche e poi, proseguendo, la media si assestò definitivamente sulle 10 mila lire in meno ad ogni film…

Se poi si pensa che gli ingressi al Cinema Parrocchiale negli anni ’50 erano di 50 lire per gli adulti in loggia, 30 lire per gli adulti in platea e 20 lire per i ridotti… il calcolo della perdita di spettatori è stato subito chiaro, preciso e inequivocabile.

Anche il cinema in borgata quindi accusava il colpo con la concorrenza televisiva, si può dire che proprio da quel momento iniziò la vera e propria battaglia generalizzata e sotterranea tra la pellicola e la televisione.

La tv di massa

7.Da non dimenticare poi che Lavis divenne, infine, la vera e propria capitale dei televisori germanici della “Grundig”, dato che alla ex Filanda Tambosi di via Carmine (ora via Degasperi), approdò armi e bagagli alla fine del 1955 proprio l’Austro Ital dei fratelli Benvenuto, con i primi televisori di tutti i tipi e di tutti i prezzi…

A quel punto, anche per i lavisani, non rimase che l’imbarazzo della scelta e su che modello di apparecchio televisivo portarsi in casa, anche magari facendo sacrifici in famiglia per le rate da pagare! Il 2° canale arrivò solamente nel novembre del 1961 e il 3° canale un anno dopo. Arrivarono poi anche insieme a Capodistria anche le tv private e commerciali che iniziarono a fare il bello e cattivo tempo, mentre la televisione a colori arrivò solamente nel 1972!

La storia continua…

8.Il cinema locale intanto andò avanti tra alti e bassi, ci furono anche tentativi e prove di portare la tv sul grande schermo, arrivarono però i grandi film che richiamarono il pubblico in sala, mentre in televisione si trasmettevano quelli di repertorio, con i grandi cicli dedicati ad Amedeo Nazzari, Aldo Fabrizi e Anna Magnani

Ci furono veri e propri cambiamenti tecnologici epocali, anche sul parco antenne della Paganella, poi arrivò il digitale, il decoder e tante altre novità, ma questa è sicuramente un’altra storia! Compresa quella della fine, nel 2014, di tutti i film sullo storico supporto in pellicola e trasformati in formato elettronico-digitale, la guerra continua però e si vedrà se vincerà il vero cinema o la Tv… Auguri !


Aggiornamento:

In una prima versione di questo articolo, nel paragrafo dedicato all’équipe dei tecnici, si diceva per errore che l’apposita “piattina” trasparente era da 75 ohm e non da 300, come abbiamo poi corretto grazie alla segnalazione di un nostro lettore fra i commenti.

Giornalista, scrive per "Vita Trentina". Per decenni è stato il corrispondente da Lavis per "L'Adige". Memoria storica e appassionato di cinema, ha lavorato come tuttofare per il Comune di Lavis fino alla pensione. Scrive per "Il Mulo" dopo essere stato una delle colonne del giornale digitale "La Rotaliana".

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