La Natività nell’arte in una mostra nelle chiese di Lavis e Pressano

In occasione delle festività natalizie, verranno esposte alcune opere d’arte sul tema della Natività, di proprietà delle Parrocchie e di privati

Lavis. Nata da una collaborazione fra l’Amministrazione Comunale e le Parrocchie di Lavis e Pressano, la rassegna “Seguite la Stella” prevede l’esposizione di opere d’arte presso le chiese di Sant’Udalrico e San Giovanni Nepomuceno a Lavis e San Felice da Nola a Pressano. L’esposizione permette di contemplare alcune pregevoli opere pittoriche legate al tema della Natività di Gesù. Le date di apertura sono sabato 26 dicembre, martedì 29 dicembre 2020, sabato 2 gennaio, martedì 5 gennaio e sabato 9 gennaio 2020, dalle 14.00 alle 17.00. L’entrata sarà libera, ma con la richiesta di seguire scrupolosamente le disposizioni anti COVID.

Chiesa di Sant’Udalrico


1.Nello specifico, a Lavis – nella chiesa di Sant’Udalrico – sono esposte due tele di inizio XVIII secolo di autore ignoto facenti parte di un ciclo di cinque tele raffiguranti scene del Vangelo legate all’infanzia di Gesù. Le cinque tele appartenevano molto probabilmente agli arredi dell’antica chiesa di San Sebastiano, una chiesa appartenuta alla confraternita dei Battuti Laici e collocata dove ora c’è la macelleria Troier. Le due tele raffigurano l’Adorazione dei Pastori e l’Adorazione dei Re Magi.


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Chiesa di San Felice da Nola


2.A Pressano, nella chiesa di San Felice da Nola, si può ammirare un lacerto di affresco dei Re Magi eseguito sulla fine del XV secolo dall’artista Conrad Waider e collocato alla sinistra del grande affresco appena restaurato della messa di San Gregorio eseguito dallo stesso Waider. Conrad Waider fu un importante pittore di origine bavarese, attivo in Trentino e in Alto Adige alla fine del Quattrocento.

All’interno della cappella del Rosario è possibile ammirare anche la grande tela di Giuseppe Alberti dell’adorazione dei pastori. Alberti fu il più importante artista della pittura barocca trentina. L’opera di Pressano fu eseguita insieme all’architettura e alle decorazioni pittoriche sul finire del XVII secolo per la potente confraternita del Rosario di Pressano. Quest’opera stupisce per l’estrema bellezza e delicatezza dei volti e per l’effetto cromatico: un vero capolavoro della storia dell’arte trentina.

Giuseppe Alberti nacque a Tesero e mostrò da subito grandi doti come artista così da allacciarsi alla maniera di Orazio Giovanelli, con la pala d’altare di Montagnaga di Pinè del 1661. Tra il 1664 e il 1667 studiò medicina e giurisprudenza all’Università di Padova, studi che abbandonò a partire dal 1668, anno in cui iniziò a soggiornare a Venezia, dove rimase fino al 1673 e dove conobbe Marco Liberi, a cui si ispirò fortemente. In questi anni seguì il naturalismo di Marcantonio Bassetti e Pier Francesco Mola e affinò la sua preparazione artistica anche grazie alle opere di Tiziano. Fu invece a Roma che sviluppò le sue competenze da progettista e architetto, studiando le più recenti realizzazioni in campo architettonico.

Le sue principali sedi di lavoro furono Trento e San Michele all’Adige. Ottenne vari incarichi, sia come pittore sia come architetto, da parte del principe vescovo Francesco Alberti Poja. Dipinse la Pala di San Vigilio, ora conservata al Museo Diocesano di Trento, e realizzò gli affreschi della Giunta Albertiana, fatta costruire dal principe vescovo per collegare il Magno Palazzo a Castelvecchio. Progettò la Cappella del Crocefisso del Duomo di Trento, ne diresse la costruzione e lavorò agli stucchi e agli affreschi. Lavorò anche a Vicenza, dove partecipò all’affrescatura delle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari. Dopo la morte di Francesco Alberti Poja, suo principale committente, nel 1689 Alberti si ritirò a San Michele all’Adige e a Cavalese. Si circondò di numerosi allievi, realizzando dipinti per commissioni locali e ponendo le basi della scuola pittorica fiemmese.

Chiesa di San Giovanni Nepomuceno


3.Nella chiesa di San Giovanni Nepomuceno a Lavis, si può ammirare, ai piedi della bellissima pala di Francesco Sebaldo Unterpergher, un quadro della Natività di Albin Egger Lienz del 1921.

Albin Egger-Lienz nacque nel 1868 a Striebach, vicino a Lienz, come figlio illegittimo di Maria Trojer e Georg Egger. Dal 1884 al 1893 Albin frequentò l’Accademia delle Belle Arti di Monaco. Nel 1899 l’artista si trasferì a Vienna. Solo un anno dopo diventò membro del “Künstlerhaus” (Casa degli artisti) e del “Hagenbundes”. Nel 1909 diventò membro della Secessione di Vienna, dalla quale però dopo soli sette anni si ritirò. Alcuni anni dopo, nel 1912, Albin Egger divenne professore all’Accademia delle Belle Arti di Weimar. Dopo pochi anni di lavoro come professore, l’artista si trasferì a S. Giustina nei pressi di Bolzano per lavorare lì come artista libero. Albin Egger-Lienz morì il 4 novembre 1926 presso il Grünwaldhof a S. Giustina a Bolzano.


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Architetto e appassionato della vita

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