Sabato 29 aprile sarà una lunga giornata che il Corpo di Lavis, con qualche giorno di anticipo, ha voluto dedicare a San Floriano
Lavis. Più di 40 volontari e oltre 600 interventi all’anno, attività a sirene spiegate ma molte anche discrete e non visibili. Basterebbero questi due numeri per spiegare l’importanza del Corpo dei Vigili del Fuoco Volontari di Lavis. Un Corpo che ha ufficialmente più di 150 anni ma che già da prima si adoperava per garantire la sicurezza e portare aiuto ai lavisani e non solo.
C’è orgoglio e tanta passione negli occhi di queste persone quando ci raccontano delle loro attività. Quando arriva una chiamata bisogna lasciare il lavoro, la famiglia, la comodità di una serata tranquilla a casa per correre dove c’è un pericolo o dove ci sono persone in difficoltà. Però non dobbiamo dimenticare che il servizio non termina con l’intervento sul posto, anzi. Comincia prima, con gli addestramenti o quando bisogna controllare e preparare macchinari e attrezzature. E finisce dopo in caserma quando bisogna risistemare tutto o banalmente anche lavare tute e divise.
Si tratta sicuramente di una attività complessa che necessita di un’organizzazione perfetta per funzionare ma che alla base deve avere la passione e lo spirito di sacrificio dei singoli. Nel caso dei Vigili del Fuoco di Lavis la complessità è data dal fatto che nel corso degli anni il Corpo si è anche specializzato per operare in situazioni particolari, basti pensare al Soccorso Fluviale o all’unità che ha operato durante il periodo più critico della pandemia legata al covid.
La festa di San Floriano
Elemento caro ai vigli del fuoco è il loro santo protettore, San Floriano, che si festeggia il 4 maggio. Anticipando la ricorrenza di qualche giorno i Vigili del Fuoco di Lavis hanno voluto celebrare il loro protettore sabato 29 aprile. La prima parte della giornata sarà dedicata agli addetti ai lavori con delle esercitazioni congiunte con altri corpi. Nel pomeriggio ci sarà l’inaugurazione della piccola area museale ricavata all’interno della caserma: piccola nelle dimensioni ma ricca di materiali e oggetti, anche molto rari, che ripercorrono tutta la storia del Corpo laviamo. Ci sarà poi, sempre in caserma e sempre per gli ospiti, un intervento del Professor Pietro Marsilli sulla storia e sulla figura di San Floriano.
Alle 18.00 nella chiesa parrocchiale ci sarà il momento solenne , aperto a tutta la popolazione, con la celebrazione della Santa Messa che sarà animata dal Coro Voci del Bondone di Sopramonte. Al termine della celebrazione il coro si esibirà in un concerto. La lunga giornata dei “pompieri” di Lavis terminerà nuovamente in caserma per una spaghettata con i colleghi intervenuti.
Ma chi era San Floriano?
Abbiamo chiesto al Professor Marsilli di anticiparci parte del suo intervento per conoscere meglio la figura di San Floriano e capire perché è diventato il protettore dei vigili del fuoco.
Ecco quanto ci ha anticipato:
Floriano fu un soldato romano di stanza nel Norico, impegnato nella difesa del confine settentrionale dell’impero. In quanto cristiano, subì il martirio, sotto Diocleziano. E’ venerato come santo dalla Chiesa cattolica che ne fa memoria liturgica il 4 maggio. Il suo corpo, secondo la leggenda, venne raccolto dalla matrona Valeria e sepolto presso il fiume Enns. Lì i vescovi
di Passavia fecero erigere l’abbazia di Sankt Florian (Linz-Land) retta dai Canonici Regolari della Congregazione Lateranense Austriaca. Oggi questa abbazia è uno dei più celebri monumenti dell’Austria.
In epoca imprecisata le reliquie del santo vennero traslate a Roma; nel 1138, poi, Papa Lucio III (1181-1185) le inviò, tramite il vescovo Eusebio di Modena, in Polonia, presso il duca Casimiro II, che in suo onore fece erigere una chiesa a Cracovia.
Secondo la tradizione, il santo estinse un incendio usando un solo secchio d’acqua. E’ per questo che è considerato patrono dei pompieri. Molto popolare in Baviera e nel Triveneto, è patrono dell’Austria e della Polonia. Subito a sud del Trentino, in Valpolicella, c’è la grande e bella pievana ultima testimonianza verso sud di un culto assai esteso. Assai interessante, ma è una vicenda del tutto particolare, il fatto che Floriano sia patrono anche della città di Jesi, nelle Marche: gli è intitolata una vecchia chiesa e il 4 maggio si tiene il Palio di San Floriano. Il Floriano che era venerato a Bologna, invece, è tutt’altro personaggio.
La chiesa a Laghetti di Egna costituisce una propaggine del tutto coerente con il culto a Lui riservato nei Paesi tedeschi, che continua in pieno anche in Trentino. Nella diocesi di Trento sono a Lui intitolate otto chiese parrocchiali, oltre a diverse altre. Gran parte sono antiche e denotano un culto che affonda le sue radici nei secoli lontani. Ad esempio a Lizzana di Rovereto si venera Floriano almeno dal 1194, ad Arsio di Brez dal 1241. Altre testimonianze le abbiamo, fra l’altro, a Giovo, in Valfloriana, a Canazei, in Vallarsa, a Lavarone, a Bolognano d’Arco e a Storo.
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