Elezioni a Lavis, come funziona la distribuzione dei seggi in Consiglio comunale

Dalle regole sul premio di maggioranza alla soglia di sbarramento: tutto quello che bisogna sapere per capire come si compone l’assemblea che affiancherà il sindaco

Il municipio di Lavis

LAVIS. In vista delle elezioni comunali, una delle domande più frequenti riguarda il meccanismo con cui vengono assegnati i seggi in consiglio comunale. In un comune come Lavis, che conta oltre 9.000 abitanti, il consiglio è composto da 18 membri, compreso il sindaco. Di questi, 17 seggi sono da assegnare tra le liste che si presentano alle elezioni.

Vediamo le principali regole, in vista del voto che si terrà domenica 4 maggio (dalle 7 alle 22).

Premio di maggioranza: cos’è e come funziona


Il sistema elettorale nei comuni trentini sopra i 3.000 abitanti prevede un premio di maggioranza a favore del candidato sindaco vincitore e delle liste che lo sostengono. Questo premio garantisce alla coalizione del sindaco almeno il 60% dei seggi in consiglio, e in ogni caso non più del 70%. Nel caso di Lavis, questo significa che le liste collegate al sindaco eletto avranno da un minimo di 10 a un massimo di 12 seggi (più il sindaco), a seconda dei voti effettivamente ricevuti.

Come si calcola il numero di seggi per ogni lista


Dopo lo spoglio, si contano i voti validi ottenuti da ciascuna lista. La ripartizione dei 17 seggi avviene in modo proporzionale, utilizzando il metodo dei quozienti più alti: ogni lista viene divisa per 1, 2, 3, ecc., e i quozienti più alti ottengono i seggi. Successivamente si applica il vincolo del 60%-70% per la maggioranza. Se le liste del sindaco ne hanno ricevuti troppo pochi, gliene vengono assegnati di più (fino al 60%); se ne hanno troppi, si toglie qualcosa per lasciare almeno il 30% alle minoranze.

Quanti seggi spettano alle minoranze


Anche nei casi di forte vittoria da parte di una coalizione, la legge garantisce comunque una rappresentanza minima alle opposizioni. In un comune come Lavis, dove il consiglio comunale è composto da 18 membri (sindaco incluso), le minoranze hanno diritto ad almeno 5 seggi. Questo perché il premio di maggioranza non può superare il 70% dei seggi disponibili, pari a 12 su 17 (più il sindaco).

Allo stesso modo, la maggioranza ha diritto ad almeno il 60%, ovvero 10 seggi su 17 (più il sindaco). La forchetta è quindi tra 10 e 12 seggi per chi vince (più il sindaco), e tra 5 e 7 per le minoranze.
Questo equilibrio serve a garantire la governabilità, ma anche un confronto democratico in aula, con uno spazio minimo riservato alle voci di opposizione.

Soglia di sbarramento: chi rimane fuori


Per evitare un’eccessiva frammentazione, è prevista una soglia di sbarramento del 3%: le liste che non superano questa percentuale non ottengono seggi. Anche se partecipano al voto, i loro risultati non incidono sulla composizione del consiglio. È quindi fondamentale per ogni lista raggiungere almeno questa soglia per sperare in una rappresentanza.

Votare solo il sindaco? Attenzione alle conseguenze


Un aspetto poco noto è che i voti espressi solo per il sindaco, senza barrare alcuna lista, non contribuiscono alla distribuzione dei seggi. Questi voti servono solo per eleggere il sindaco, ma non aiutano le liste collegate. In pratica, si può avere un sindaco eletto con un largo consenso, ma con una maggioranza risicata in consiglio se pochi elettori hanno espresso anche il voto di lista.

Una questione di equilibrio


Il sistema è studiato per garantire stabilità amministrativa, ma anche pluralismo e rappresentanza delle minoranze. Proprio per questo, anche nelle situazioni di forte vittoria da parte di un candidato, il regolamento provinciale impone che almeno il 30% dei seggi restino alle opposizioni (5 nel caso di Lavis). Una regola che tutela il confronto democratico e la qualità del dibattito politico.

E in caso di ballottaggio?


Se nessun candidato sindaco ottiene la maggioranza assoluta (50% + 1) dei voti al primo turno, si va al secondo turno, dove si sfidano i due più votati. Il ballottaggio determina solo chi sarà il sindaco, ma i seggi in consiglio vengono calcolati sulla base dei voti di lista del primo turno. Ovviamente, la decisione del sindaco al secondo turno determinerà anche a chi andrà il premio di maggioranza.