Il Santo portato dai minatori. Ecco perché Lavis è devota a Sant’Udalrico

La sua vita, fra storia e leggenda, viene ricordato dalla chiesa cattolica ogni 4 luglio

foto tratta dal libro"Lavis, immagini che fanno storia"

LAVIS. Il 4 luglio la Chiesa cattolica ricorda la figura di Sant’Udalrico, il vescovo di Augusta, il cui culto è molto diffuso, oltre che in Baviera, anche in Trentino-Alto Adige e soprattutto a Lavis. La cronaca della sua vita si perde nella notte dei tempi e come spesso accade il confine fra storia e leggenda non è sempre chiaro.

Oggi cerchiamo di ripercorrere insieme la sua storia e le origini del suo culto a Lavis.

Un protagonista dei suoi tempi


Le cronache ci dicono che Udalrico nacque ad Augusta, in Baviera, nell’890 d.C. Come era consuetudine per i figli delle famiglie nobili, le strade che si aprirono davanti al giovane Udalrico furono due: quella della carriera militare e quella religiosa. Il giovane scelse la seconda e sotto la guida dello zio Adalberone, principe e vescovo di Augusta, iniziò il suo cammino religioso.

Trascorse la sua adolescenza nel monastero di San Gallo in Svizzera e nel 908 iniziò ufficialmente il suo percorso verso il sacerdozio. Alla morte dello zio scelse di rimanere in disparte e lavorò per la sua famiglia e la comunità di Augusta.

Nel 923, alla morte del vescovo Hiltino, la popolazione di Augusta chiese ed ottenne dal re di Germania, Enrico I, che il giovane Udalrico fosse designato come nuovo vescovo. Con questo ruolo restò in carica per cinquanta anni, vivendo da protagonista i principali avvenimenti che sconvolsero l’Europa di quegli anni.

Un accordo miracoloso


Nella sommossa del 954 contro Ottone I, a cui partecipò il figlio del re, Liudolfo di Svevia, il vescovo Udalrico ebbe un ruolo di mediazione fondamentale per trovare un accordo fra i contendenti ed evitare una sanguinosa e inutile battaglia.

L’anno successivo riuscì a salvare la sua città dall’assedio degli ungheresi che volevano conquistare e depredare l’importante città della Baviera. Con coraggio e abilità guidò la difesa della città e rinforzò la sua cinta muraria. Il suo operato fu visto dalla popolazione come un esempio di dedizione e il successo contro le orde nemiche un vero miracolo.

Il miracolo della trasformazione


Nell’iconografia cristiana Sant’Udalrico viene rappresentato in abiti vescovili e il suo attributo è il pesce, che tiene in mano o su un libro. Questo è un riferimento al miracolo del pesce che gli è stato attribuito e che è raffigurato nell’affresco di fondo del presbiterio della chiesa di Lavis.

Durante una cena il vescovo Udalrico si era intrattenuto con il suo ospite, il vescovo di Costanza, in una lunga discussione di carattere pastorale. I due erano talmente presi dalla conversazione che non si erano accorti che era passata la mezzanotte e che era iniziata la giornata del venerdì, giorno di stretta astinenza dalle carni. In quel momento arrivò il messo del duca di Baviera e il vescovo Udalrico lo invitò al tavolo a mangiare con loro. Era un’occasione per screditare il vescovo inviso al duca. Nel momento in cui Udalrico porse il piatto al messo la carne si trasformò in pesce e la reputazione del vescovo fu salva.

La prima canonizzazione ufficiale di un santo


Il vescovo Udalrico morì ad Augusta il 4 luglio del 973. Fin da subito la popolazione di Augusta e della Baviera cominciò a chiedere e ottenere grazie attraverso la sua intercessione. Il culto si diffuse rapidamente e nel 993 a Roma ebbe luogo la sua canonizzazione.

Quella di Udalrico fu la prima canonizzazione ufficiale di un santo da parte del Papa. Prima di allora erano state le diocesi o i monasteri a scegliere e nominare i loro patroni, ma da quel momento in poi ogni altra canonizzazione seguirà il processo canonico introdotto per Sant’Udalrico.

La leggenda della morte a Lavis


Secondo una leggenda locale la morte di Sant’Udalrico non sarebbe avvenuta ad Augusta ma a Lavis e questo spiegherebbe la presenza nella borgata di una grande chiesa a lui dedicata.

Nel 973 il vescovo stava rientrando ad Augusta da un viaggio in Italia. Durante il tragitto venne colto da un malore e in punto di morte chiese a Dio di poter morire in terra tedesca. Allora il confine correva lungo il fiume Avisio e il vescovo spirò non appena ebbe attraversato il ponte. A Lavis vennero sepolte le sue viscere e il corpo mummificato venne trasportato ad Augusta. Proprio sulla sponda tedesca dell’Avisio venne costruita una piccola cappella per custodire gli organi interni del santo. Nel corso dei secoli l’abitato di Lavis divenne sempre più importante e la piccola chiesetta venne più volte ingrandita e sistemata fino all’attuale forma, che risale al 1777.


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Il Santo dei minatori


La leggenda della morte del santo a Lavis è affascinante e sotto la grande chiesa è probabile che ci siano delle sepolture antiche, ma la storia attesta che Udalrico è morto nella città bavarese. Come si può spiegare quindi il suo culto in un piccolo paese relativamente lontano da Augusta?

La ragione è molto semplice ed è legata ad un’attività economica molto fiorente intorno all’anno 1000, quella dell’estrazione della galena argentifera. Tutta la zona dell’Argentario e delle colline Avisiane è ricca di questo minerale, la cui estrazione cominciò in maniera importante proprio dopo la morte e la canonizzazione di Sant’Udalrico. Il lavoro di minatore era abbastanza difficile e le migliori maestranze provenivano proprio dalla Baviera. Intere comunità di minatori tedeschi si trasferirono a Trento e dintorni per lavorare nei busi canopi.

Molto probabilmente furono proprio loro a portare a Lavis il culto per Sant’Udalrico.


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Nato a Trento nel 1972, laureato in Economia Politica all'Università degli studi di Trento. Impiegato commerciale è appassionato di economia e di storia. Attualmente è vicepresidente dell'Associazione Culturale Lavisana.

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