Lavis, la fontana con due zampilli

Uno sguardo su due delle fontane più antiche di Lavis

Lavis. Il paese di Lavis è noto per la presenza di numerose fontane, alcune delle quali anche datate. Tra queste ce n’è una davvero particolare, quella posizionata in un angolo in piazza Manci. La particolarità di questa fontana è che è dotata di due tubi che facevano sgorgare l’acqua nell’ampia vasca di pietra, una particolarità davvero insolita. Oggi solo uno dei due zampilli è attivo mentre l’altro è ormai inaridito.

Il paese di Lavis ha avuto da sempre un legame speciale con l’acqua che non è mai mancata. In origine il rifornimento d’acqua del primo nucleo abitato avveniva attraverso il prelievo diretto dal torrente Avisio. In seguito, con lo sviluppo del paese e la costruzione delle rogge, l’acqua raggiungeva le abitazioni proprio grazie a questi canali che attraversavano tutto il paese. Nella parte collinare di Lavis, invece, l’acqua arrivava da una sorgente potabile che aveva dato origine anche al toponimo “Fontanelle”.

Nella mappa del Catasto Theresiano del territorio di Lavis, compilata verso la fine del 1700, l’unica fontana esistente nel paese era quella con i due zampilli ed era segnata sull’angolo del palazzo ora Lona, nell’attuale piazza Manci. La fontana venne spostata in seguito e posizionata dove la vediamo oggi.

Estratto dalla Mappa del Catasto Theresiano con in evidenza la posizione della fontana

Ma perché la fontana ha due zampilli?


La particolarità di questa fontana ha sempre solleticato la mia curiosità e la riposta a tutti i miei dubbi è venuta alla luce durante alcuni scavi fatti all’inizio del secolo attuale. Questi lavori che avevano interessato le strade del centro del paese erano stati fatti per posizionare i nuovi canali per le acque bianche e le tubazioni del nuovo acquedotto.

Sin dall’inizio degli scavi nella parte alta di via Roma vennero alla luce dei pezzi di tubazioni in pietra di forma quadra, rifiniti manualmente a scalpello e traforati nel centro con un foro del diametro di 6 centimetri. Questa tubazione iniziava dalla roggia e partiva dal “ponte di S.Udalrico”, nei pressi della Chiesa, e seguendo il suo tracciato scoprii che si fermava proprio in piazza Manci.

Pezzi di tubazione recuperati dagli scavi di via Roma. Si può osservare il lavoro particolarmente accurato sull’esterno, il foro centrale per l’acqua è del diametro di 6 cm. Si possono notare anche il lavoro sulle testate dei tubi per le giunture

Proseguendo i lavori di scavo sempre in Piazza Manci gli operai incapparono poi in un altro tipo di tubi sempre di forma quadrangolare, con delle dimensioni più piccole, in terracotta e tutti della stessa lunghezza. Questa seconda tubazione era più fragile di quella in pietra per cui al contatto dei denti dell’escavatore venne distrutta quasi completamente. Fortunatamente alcuni pezzi si salvarono e vennero recuperarti. Questi su un lato avevano un incisione a stampo con la scritta su due righe:

D R E P I F e SARDAGNA

Forse questo era  il nome della ditta e il paese di produzione delle tubature.

Entrambe queste tubazioni convergevano da due parti diverse verso la fontana segnata nella mappa Theresiana. Questa era quindi alimentata da due condotte.La canaletta in pietra forniva alla fontana l’acqua della roggia, la quale veniva alimentata in piazza Loreto direttamente dal torrente Avisio. Quando era brutto tempo quest’acqua era torbida, sabbiosa e in queste condizioni zampillava dalla fontana.
L’altra caletta in cotto arrivava invece dalla sorgente detta delle Fontanelle e trasportava un’acqua sempre pura.

Questo spiegava il motivo dei due zampilli: l’acqua limpida per bere e cucinare, l’altra per altri utilizzi.

La seconda condotta in tubi in terracotta, anche in questi il il foro interno del diametro è di 6 cm. Vediamo sul lato sinistro del tubo superiore un timbro con una particolare iscrizione in un rettangolo su due righe; D R E P I F e SARDAGNA

La fontana di piazza Pretorio


Sempre parlando di fontane, nel libro sul paese di Lavis di Albino Casetti, viene riportato che nell’anno 1871 venne costruita nel centro della piazza Pretorio (ora piazza Grazioli) una grande fontana rotonda alimentata con l’acqua che proveniva dalla roggia attraverso una condotta che partiva dal ponte detto “de Concini”.

Infatti, nel proseguo dei lavori di scavo, anche nella parte bassa di via Matteotti e verso piazza Grazioli vennero alla luce molti pezzi di canali in pietra simili a quelli di via Roma, ma di dimensioni maggiori e con il foro di diametro di 8 centimetri.

Nello scavo fatto proprio nel centro della piazza è stata trovata anche la canaletta con ancora infissa la saracinesca e annesso un pezzo di tubo che doveva arrivare allo zampillo della fontana. Il tubo era stato costruito con una spessa lamiera in rame arrotolata e saldata a stagno in tutta la sua lunghezza.

La condotta in pietra, però, non si fermava in questo punto e dopo aver raggiunto la fontana proseguiva oltre. Non sappiamo fin dove arrivasse, possiamo fare sole delle ipotesi. Forse proseguiva per andare ad alimentare la grande fontana con lavatoio che era sistemata a metà dell’attuale via Rosmini o forse la fontana ubicata nel giardino interno del palazzo de Schulthaus.


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Collezionista e appassionato di storia locale, è stato decorato con la croce nera del Tirolo È autore di alcuni libri sulle vicende belliche della prima guerra mondiale.

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