Il paesaggio che diventa arte: viaggio a castel Stenico nelle Giudicarie

Andiamo alla scoperta di un luogo del Trentino che sembra sospeso nel tempo. Dove si può costruire un museo anche solo con quello che la natura ci offre

STENICO. Ci sono valli, castelli e siti dove si ritorna volentieri, l’inverno e il freddo non impediscono di stare all’aria aperta, soprattutto se si condivide la bellezza e l’armonia del paesaggio. Stenico con il suo castello e la passeggiata naturalistica che diventa percorso artistico è la destinazione perfetta per trascorrere una giornata all’insegna dell’arte e della storia, immersi nella natura.

I ritmi lenti e rilassanti delle valli Giudicarie rendono questo territorio particolarmente attrattivo, sia per la presenza delle Terme di Comano aperte al pubblico per circa un mese anche nella stagione invernale e per il fiume Sarca che nasce dal ghiacciaio dell’Adamello e nel suo percorso verso il lago di Garda attraversa ambienti creando zone selvagge come la Forra del Limarò.

Arte dal bosco

Le acque spumeggianti della Cascata del Rio Bianco, non ghiacciata in questo mite inizio d’anno, rendono particolarmente piacevole il panorama dal Castello di Stenico. Dalla cascata si raggiunge facilmente il Giardino Botanico, che appartiene al Parco naturale Adamello Brenta.

Decidiamo di destinare la mattinata al Museo d’Arte nella Natura BoscoArteStenico, aperto alla visita tutto l’anno, situato a monte del paese di Stenico. Un percorso d’arte contemporanea, dove le opere di artisti di livello internazionale sono realizzate esclusivamente con materiale vegetale proveniente dal bosco.


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Rispetto per la natura

Il tragitto ben segnalato segue una comoda stradina che diventa poi sterrata, accessibile a tutti; la filosofia che sta alla base di questo percorso, è quella di un turismo sostenibile, rispettoso dell’ambiente e di interessante valore socio-culturale. I danni causati alle opere da bambini o adulti dovranno essere rimborsati in base al valore dell’opera stessa, le opere sono video sorvegliate.

I visitatori sono tenuti ad adottare un comportamento adeguato all’ambiente, evitando inutili rumori per non disturbare gli animali. Si chiede di non raccogliere fiori, riportare a casa eventuali rifiuti, seguire i sentieri predisposti. Ma anche di evitare di toccare le opere installate, di arrampicarsi o entrare in esse. Le biciclette vanno accompagnate a mano e i cani tenuti al guinzaglio, raccogliendo le deiezioni.

Passeggiando e ammirando le numerose opere che si incontrano sul sentiero, si avverte la tranquillità di un bosco gestito in modo corretto, ecologico e sociale. Il percorso prevede la possibilità di un giro ad anello o di proseguire la camminata in direzione delle frazioni di Seo e Sclemo.

Un millennio di storia

Dopo una pausa in una locanda, saliamo a Castel Stenico, sopraelevato su uno sperone roccioso e dominante l’abitato di Stenico, il suo aspetto imponente è quello di un edificio fortificato che risale al XII secolo ma legato ad un preesistente castelliere preistorico. E pensare che per secoli il castello era dotato di ponte levatoio, un millennio di storia riassunto in un interessante video che ci viene proposto all’inizio della visita.

Il castello ha avuto massimo splendore sotto i Principi Vescovi, infatti continui ampliamenti e modifiche lo trasformarono in residenza vescovile. Per quasi otto secoli venne occupato da un Capitano e luogotenenti che, in nome del Principe vescovo di Trento, esercitavano nel territorio della valle Giudicarie funzioni politico-amministrative e giudiziarie.


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Prigionieri in cella

All’interno delle sale si possono ammirare armi, mobili e suppellettili provenienti dalle collezioni del Museo provinciale del Castello del Buonconsiglio, di cui Castel Stenico è sede staccata. All’entrata visitiamo la cappella di San Martino, che conserva un significativo ciclo pittorico di epoca romanica raffigurante scene evangeliche e figure di santi (inizi XIII secolo).

Al pianterreno l’ambiente cupo e suggestivo della sala del Giudizio, destinata all’amministrazione della giustizia del territorio. Nell’antica “torre della fame” era ricavata una prigione, grosse catene in ferro e una botola evidenziano l’unico ingresso per la cella sottostante, dove i prigionieri erano condannati a morire di stenti.

La stanza del vescovo

Al primo piano visitiamo l’ampia e luminosa sala del Consiglio, sala di rappresentanza con un affresco del ‘400 che narra simbolicamente la storia del territorio. Successivamente la sala dei Fiori, le cui pareti sono decorate con delicati motivi floreali e la sala dei Putti, che conserva una raffinata pittura rinascimentale con stemmi del principe vescovo Bernardo Cles.

Colpisce l’antica cucina del castello con grande cappa, arredata con utensili in legno e ceramiche. Attigua alla cucina c’è la stanza del vescovo, un ambiente intimo e riservato, dotato di un curioso gabinetto a scomparsa. Al secondo piano le due eleganti sale del Camin Nero in pietra nera di Ragoli e dei Medaglioni con allegorie e personificazioni di virtù.

Oltre a Castel Stenico il viaggio nell’Ecomuseo della Judicaria può prevedere la visita di altri magnifici castelli, come Restor, Spine, Campo, Mani e Tenno, testimoni di antiche vicende di nobili e vescovi, tracce di importanti fatti storici, tra contese di potere e lotte contadine.

Da visitare all’interno del castello anche la mostra “#PROUDTOSHARE – La nostra Biosfera”, il nostro futuro (dal 14 dicembre al 17 maggio 2020).


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Vive a Pressano, laureata in Economia Politica all’Università degli Studi di Trento. Dopo molti anni di lavoro nella pubblica amministrazione decide di conseguire un Master come Orientatrice in ambito scolastico e professionale e collabora in diversi progetti. Dal 2013 scrive per lavocedeltrentino.it soprattutto di turismo, ambiente, storia e cultura.

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