La fucilazione di Hofer
Lavis. Alla presenza delle più alte autorità provinciali e locali verrà inaugurata oggi la stele in ricordo dell’eroe tirolese Andreas Hofer. Posizionata in un luogo simbolo di Lavis per la resistenza tirolese contro l’invasione dei francesi questo monumento e le tabelle informative ripercorrono gli eventi bellici del 1809.
Le compagnie di Schützen provarono a fermare sull’Aviso l’avanzata dei francesi proprio nei pressi del ponte e lungo le “roste”. Le cronache parlano di circa 300 tirolesi caduti in battaglia e di altri 60 fatti prigionieri e fucilati presso la chiesetta della Madonna di Loreto.
La cerimonia di inaugurazione inizierà alle 14.30 alla presenza delle autorità, della Banda Sociale di Lavis e delle compagnie di Schützen. Per consentire lo svolgimento dell’evento dalle 13 alle 17.30 sarà istituito divieto di parcheggio in Piazza Loreto e divieto di transito su via IV Novembre tra il civico 10 e il ponte.
Il Sindaco di Lavis, Andrea Brugnara, che in prima persona si è speso per la realizzazione di questo monumento ha voluto sottolinea l’importanza di questo luogo e degli eventi che cambiarono profondamente la borgata di Lavis e tutto il Tirolo:
Per Lavis passavano ogni giorno mercanti, viandanti, diplomatici, intellettuali, artisti, regnanti e nei periodi di guerra anche gli eserciti. Fra il 1796 il 1809 il borgo avvisiamo soffrì l’invasione francese per ben tre volte: il 5 settembre 1796, nel febbraio 1797 e il 2 ottobre 1809. Nel corso della rivolta tirolese, a Lavis ebbe luogo una delle battaglie più importanti e cruenti del 1809. Molti furono i caduti tirolesi, senza contare le conseguenze sulla popolazione civile che subì il classico saccheggio e fu soggetta alle contribuzioni e l’acquartieramento delle truppe occupanti.
La figura di Andreas Hofer, chiamato “supremo comandante” nelle missive indirizzate ai suoi luogo tenenti presenti sul libro di posta di Lavis, e tutta la rivolta tirolese del 1809, vanno visti in chiave europeista ove ogni popolo ha il diritto e il dovere di difendersi dagli imperialismi e di conservare e tramandare le proprie tradizioni culturali e linguistiche, ma lo stesso tempo ha l’obbligo di aprirsi alle altre culture
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