La Frida, un manichino a spasso per Lavis

Nei mesi scorsi una strana figura ha scosso la vita tranquilla della borgata lavisana. Andiamo a scoprire chi è e la sua storia

Lavis. Gli italiani, si sa, sono famosi in tutto il mondo per essere un popolo, fra le altre cose, di inventori, navigatori e artisti. La storia che vorremmo raccontare oggi rispecchia tutte e tre queste caratteristiche.

Le origini


1.Tutto nasce dalla volontà imprenditoriale di una giovane donna che decide di aprire a Lavis una propria attività. Fra sacrifici, burocrazia, qualche timore e  tanta passione finalmente il sogno prende forma e Daniela apre il suo negozio. Se è vero che la fortuna è cieca, è altrettanto vero che la sfortuna invece ci vede benissimo e spesso si diverte a metterci i bastoni fra le ruote. Ecco allora una pandemia mondiale, un lockdown, una timida ripresa estiva, zone gialle, arancioni e rosse che sono arrivate a turbare i sonni della giovane imprenditrice.

Ma è proprio in questi momenti che la fantasia e il fato vengono in nostro soccorso e succedono cose belle che vale la pena di raccontare.

 

L’invenzione


2.Una mattina Daniela sta riordinando il suo esercizio e per facilitare l’operazione mette fuori dal negozio il manichino che di solito si trova in vetrina. Questa figura antropomorfa abbigliata in mezzo a una piazza attira subito l’attenzione di bambini ed adulti e nella testa di Daniela si accende una lampadina: “Che un semplice manichino possa prendere vita e diventare il testimonial della mia attività?”.

In tempi di social tutto è possibile con un po’ di fantasia. Il manichino ha preso vita ed è diventato Frida, un personaggio con un suo profilo Instagram che ha cominciato a fare pubblicità sui social al negozio della sua ideatrice.

In questa storia tutta al femminile anche il nome ha avuto una genesi particolare. Quando Daniela ha dovuto dare un nome al suo manichino ha lanciato un sondaggio proponendo ad amiche e clienti di scegliere fra una decina di nomi di donne famose. Una di queste era Frida Kahlo.

Frida ha gestito i suoi profili in maniera simpatica e innovativa, creando interesse e aspettativa intorno a se. L’aspetto pubblicitario è passato in secondo piano e i followers hanno cominciato a chiedersi: cosa farà oggi e dove andrà la Frida?

La navigazione


3.Frida non si è accontentata di qualche post classico abbigliata con i capi del negozio ma ha voluto uscire dalla sua vetrina e girare per il paese, ospite degli altri commerciati della borgata. Abbiamo potuto seguire la Frida mentre sorseggiava il caffè al bar, mentre provava qualche capo sportivo e mentre faceva yoga. L’abbiamo vista dal fotografo, in panificio, al ristorante, dal giornalaio e anche in libreria.

Ad un certo punto la richieste sono diventate così tante che la sua socia Daniela ha dovuto procurarsi un’agenda per fissare tutti gli appuntamenti e un buon navigatore per permettere alla Frida di arrivare puntuale dai suoi nuovi amici.

Recentemente la fama di Frida ha varcato anche i confini del comune di Lavis e la sua presenza è stata richiesta anche in altri esercizi pubblici della Valle dei Cembra e della piana Rotaliana. Chissà se la Frida sarà costretta a breve a prendere la patente per muoversi agevolmente anche nei paesi vicini. Certo che in tempi di coronavirus muoversi è difficile, soprattutto fuori dai confini comunali, e quindi per le trasferte forse è meglio aspettare tempi migliori.

L’arte


4.In tutto questa storia c’è anche un lato artistico. Dare vita ad un manichino, far affezionare le persone alla sua storia e ai suoi viaggi ha un fondo artistico. Ma soprattutto il colpo dell’artista sta nell’aver unito in un’iniziativa comune e condivisa gran parte dei commercianti dell’intera borgata, cosa che non succedeva da tempo. Forse era il momento giusto o forse la congiuntura non proprio favorevole ha giocato a favore di Frida. Ma il messaggio è chiaro, unire le forze e lavorare tutti insieme verso un obiettivo comune è ancora possibile.

Quindi… grazie Frida e buon lavoro.

 

Nato a Trento nel 1972, laureato in Economia Politica all'Università degli studi di Trento. Impiegato commerciale è appassionato di economia e di storia. Attualmente è vicepresidente dell'Associazione Culturale Lavisana.

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