“Una città dentro la città”: ecco come un’alunna di quinta elementare racconta la visita allo spazio archeologico del Sas
TRENTO. Una città dentro la città, come una matrioska, è quello che abbiamo visto a Trento io e la mia classe 5ª A durante una visita guidata. Non avrei mai immaginato che sotto la piazza in cui in inverno sostano bancarelle e attrazioni, ci fosse un sistema di strade, piazze, fognature e palazzi appartenenti a popolazioni di duemila anni fa.
LEGGI ANCHE – Al via la collaborazione con la scuola di Lavis: sul Mulo.it gli articoli dei ragazzi
L’antica Tridentum
Nel sottosuolo del centro storico di Trento vive ancora l’antica Tridentum costruita dai romani come punto strategico per controllare la Valle dell’Adige. La città anticamente aveva una serie di larghe strade lastricate con pietre locali che si incrociavano perpendicolarmente ed era circondata da una serie di mura con torri e fossato. Le strade, i cui ciottoli erano solo appoggiati, rivelano ancora oggi il transito dei carri e l’attraversamento di animali, quali cani e gatti, che hanno lasciato sulla pavimentazione il segno del loro passaggio.
Queste scoperte sono frutto di un lavoro di restauro venuto alla luce in occasione dell’ampliamento del Teatro Sociale di Trento iniziato nel 1990.
Le case dei patrizi
Una volta scese le scale, che somigliano a quelle della metropolitana, ci siamo trovati in un’area archeologica molto vasta. Da qui ci siamo trasferiti in una saletta che raccoglie i modellini delle abitazioni della Tridentum romana, sia appartenenti alla plebe sia ai patrizi.
Questi ultimi avevano case lussuose con pavimenti decorati a mosaico e pareti affrescate. Avevano, e questo mi ha molto colpito, il riscaldamento a parete tramite tubuli, ovvero mattoni forati, e il riscaldamento a pavimento.
Del bagno usavano solo la latrina perché i nobili patrizi erano soliti andare tutti i giorni alle terme che fungevano da bagni pubblici nei quali, tra l’altro gli uomini discutevano di politica e facevano accordi economici.
La domus romana
Abbiamo poi visto anche i resti di una vera domus romana in cui, accanto all’ambiente della cucina collegato all’ambiente del bagno (latrina) con le fognature in comune, vi era un salone con un bellissimo mosaico raffigurante il dio Oceano circondato dai delfini ed un’altra stanza con il mosaico del dio Bacco raffigurato con i suoi simboli che erano l’edera, il calice e le bacche.
Per la plebe la vita era invece molto più dura: vivevano in una specie di condomini costruiti con materiali scadenti in cui, molto spesso, si verificavano incendi o cedimenti. Abitare nei piani alti era molto rischioso. In tutta la Tridentum romana vivevano circa 5.000 abitanti.
Queste e molte altre preziose informazioni sono state svelate durante i lavori di scavo nel centro della città e precisamente nell’area dell’antico quartiere cittadino denominato Sas, da cui prende il nome tutta l’area “S.A.S.S.” (Spazio Archeologico sotterraneo del Sas), chissà quante altre magnifiche scoperte si nascondono ancora sotto le vie che spesso percorriamo incuranti del mondo sotterraneo che custodiscono!
Forse ti può interessare anche:
-
Il sogno di Tommaso Bortolotti diventa un gioco da tavolo
Domenica pomeriggio verrà presentato in biblioteca.
-
A Lavis “il filo della scelta”. Coro e orchestra della scuola mettono in musica il sogno europeo
A settant'anni dalla morte di Alcide.
-
Anche quest’anno torna a Lavis la sfilata di San Nicolò
Una tradizione che arriva da molto.
-
Sarà presentato sabato “Fuoco e acqua”, il libro sulla storia dei vigili del fuoco di Lavis
Edito dal Comune di Lavis, ripercorre.
-
Ricordi di un’inondazione: la tragedia del 1966
Questo articolo fa parte del progetto.
-
Quarant’anni di bollicine e un premio prestigioso per le Cantine Monfort
Un riconoscimento che premia anni di.
Lascia un commento