TRENTO. Con la chiusura dei seggi in Italia alle 23, hanno votato tutti i cittadini europei e stanno già arrivando i primi verdetti, in diversi Stati. Bisognerà attendere ancora per avere un quadro completo e per capire chi governerà per i prossimi cinque anni nel Parlamento europeo.
Finora sembra comunque che il gruppo con più seggi sarà quello del Partito popolare (i conservatori di centrodestra, moderati e cristiano-democratici). Bisognerà comunque capire se basterà un’alleanza con il Partito socialista per avere la maggioranza: sembra di no. Potrebbe nascere un fonte europeista, con il rinforzo dell’Alde (i liberali di Verhofstadt e Macron). Più difficile immaginare un’alleanza fra popolari e populisti.
Al di là di questo, possiamo fare un piccolo viaggio in Europa per capire – secondo i primi exit poll, le proiezioni e i risultati che piano piano stanno arrivando – com’è la situazione. Anche perché c’è qualche sorpresa e qualche notizia interessante: la vittoria di Le Pen in Francia, i Verdi in Germania e la conferma dei socialisti in Spagna, per esempio.
Questo articolo sarà poi aggiornato a mano a mano che le notizie arriveranno in redazione.
Germania
I conservatori di Angela Merkel restano il primo partito, ma scendono di quasi 10 punti percentuali rispetto al 2014: secondo i primi dati, dovrebbe aggirarsi intorno al 27,5%-28%. Il vero exploit è quello dei Verdi: dati fra il 20 e il 22%. Crollano i socialdemocratici (Spd), con più di 11 punti percentuali in meno. L’Afd, destra radicale alleata con la Lega, non sfonda: si aggira intorno al 10%.
La Germania è lo Stato che assegna più seggi: ben 96.
CDU/CSU (conservatori di Angela Merkel): 28,8% – 29 seggi
VERDI: 20,60% – 21 seggi
SPD (socialisti – centro-sinistra): 15,5% – 15 seggi
AfD (destra radicale): 10,8% – 11 seggi
Linke: 5,4% – 5 seggi
FDP (liberali): 5,4% – 5 seggi
Francia
Marine Le Pen batte Emmanuel Macron, anche se di poco. Il “Rassemblement National” è la lista di destra radicale e di sovranisti. Macron invece entrerà nel gruppo dei liberali, i cosiddetti “Alde”. Ulteriore crollo dei socialisti, ormai a un passo dalla scomparsa.
RASSEMBLEMENT NATIONAL (destra radicale di Le Pen): 23,53% – 22 seggi
LA RÉPUBLIQUE EN MARCHE (liberali di Macron): 22,5% – 21 seggi
VERDI: 13,13% – 12 seggi
REPUBBLICANI: 8,20% – 7 seggi
FRANCE INSOUMISE (sinistra radicale): 6,3% – 6 seggi
SP e altri (socialisti): 6,4% – 6 seggi
Spagna
In Spagna trionfano i socialisti di Pedro Sánchez, sull’onda delle ultime elezioni politiche. Molto male la destra radicale di Vox, che fa meno rispetto alle previsioni dei sondaggi. La Spagna si conferma quindi il più importante baluardo del centrosinistra in Europa. I Ciudadanos – partito liberale nato in Catalogna e che aderisce ad Alde, come Macron in Francia – sono di poco sotto al Partito popolare.
PSOE (socialisti di Sánchez): 28,4%
PP (partito popolare, conservatori): 17,3%
CIUDADANOS (liberali): 16%
PODEMOS (sinistra): 12,4%
VOX (destra radicale): 6,5%
AHORA REPÚBLICAS (sinistra repubblicana della Catalogna): 6%
COALICIÓN POR UNA EUROPA SOLIDARIA (centrodestra): 3,1%
JXCAT (indipendentisti catalani di destra): 2,8%
Ungheria
C’è poco da dire: è un trionfo dei conservatori di Fidesz, guidati dal primo ministro Viktor Orbán. L’opposizione è distaccata, di molto.
FIDESZ (popolisti di Orbán): 55%
DK (opposizione di centrosinistra): 11%
MSZP – PARBESZED (socialdemocratici e Verdi): 10%
JOBBIK (destra radicale): 10%
MOMENTUM (centro): 7%
Altri Stati interessanti, più velocemente
Austria: qui vicino a noi vincono i conservatori dell’Övp, il partito popolare di orientamento democristiano. Seguono a una decina di punti i social democratici, sotto la destra radicale e popolare dell’Fpö, in difficoltà per gli scandali che l’hanno colpito
Grecia: boom dei conservatori, che arrivano al 36% (erano al 23 cinque anni fa). Syriza del primo ministro Alexis Tsipras si deve accontentare del 27%, un crollo che porterà – ha detto Tsipras – alle elezioni anticipate
Irlanda: vincono i conservatori, seguono più o meno a pari merito i liberali di centrodestra (in calo) e i verdi (in crescita)
Paesi Bassi: Molto bene laburisti e liberali, ma la vera notizia – in realtà non troppo inaspettata – è il crollo degli euroscettici (intorno all’11%)
Poi ancora: in Danimarca vincono i socialdemocratici, in Croazia i centristi. In Gran Bretagna si prospetta un trionfo dell’euroscettico Farage, ma il risultato lo si saprà solo lunedì pomeriggio
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